La carta d’identità 3.0 è quasi realtà e sarà una vera e propria svolta.

Ma cosa è questa nuova carta d’identità?

Essa è un nuovo documento che racchiude molteplici funzionalità, prime fra tutte: quella di classica carta d’identità, ma anche tessera sanitaria, patente e badge della pubblica amministrazione e tantissimi altri servizi attualmente in fase di sperimentazione (ad esempio a Roma la si può usare come carta per l’abbonamento ai mezzi pubblici).

Carta d’identità 3.0 e servizi collegati

Il nuovo documento potrà sostituire:

  • Carta d’Identità;
  • Codice fiscale;
  • Tessera Sanitaria;
  • Patente;
  • Badge della pubblica amministrazione;
  • Abbonamenti degli autobus (attualmente in fase di sperimentazione a Roma).

Inoltre, essendo provvista di chip Nfc, la nuova carta potrà essere associata ad un conto corrente bancario, redendola, di fatto, anche una carta prepagata.

Infine, questo documento avrà degli standard di sicurezza altissimi, tanto da far sembrare già obsoleto lo SPID (sistema unico di accesso con identità digitale ai servizi online della pubblica amministrazione), ad un costo decisamente inferiore.

Per questo motivo si vorrebbe far convergere Spid e Carta d’identità elettronica in un’unica Identità Digitale, eleggendo, di fatto, il governo come unico fornitore dell’identità digitale.

Identità digitale unica: problemi tecnici

Come detto, l’obbiettivo dichiarato è quello di unire carta d’identità elettronica e Spid in un’unica identità digitale. Due sono i grossi nodi da sciogliere:

  • Chi sarà a gestire il sistema pubblico di Identità digitale?
  • Gli attuali fornitori dell’Identità digitale verrebbero tagliati fuori?

Per quanto riguarda la prima delle 2 questioni, la bagarre sarebbe tra il Governo e il Ministero dell’Interno, ma attualmente non c’è un accordo tra le forze di maggioranza.

Infine, in risposta al secondo quesito, c’è da dire che l’Agenzia per l’Italia digitale: starebbe studiando un modo per tenere gli attuali fornitori di identità digitale (quali, fra gli altri, Poste Italiane e Aruba) ancora in gioco, anche se, allo stato attuale, non si sa molto di più.

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