Sui guadagni da partita IVA, vediamo come sapere prima quante tasse paghi. Al fine di mettere da parte i soldi che poi servono per essere in regola con l’Agenzia delle Entrate. E questo perché, per il lavoratore autonomo, in genere è sempre ampia la forbice tra i ricavi lordi e quelli netti.

Per i guadagni partita IVA netti, infatti, occorre prendere in considerazione non solo le tasse da pagare, ma anche gli acconti sulle imposte. Senza dimenticare poi pure il pagamento dei contributi previdenziali.

All’INPS in caso di iscrizione alla Gestione Separata. Oppure alla cassa previdenziale e professionale di appartenenza.

Guadagni da partita IVA: come sapere prima quante tasse paghi. E mettere da parte i soldi che sono necessari

Per esempio, considerando il regime fiscale ordinario per il lavoro autonomo, i guadagni da partita IVA, per il calcolo al netto, sono assoggettati alla tassazione IRPEF. E con l’applicazione dell’imposta che è crescente e progressiva. Visto che, per fissare le idee, se si dichiarano fino a 15.000 euro l’aliquota è al 23%. Mentre dichiarando tra 15.000 euro e fino a 28.000 euro l’IRPEF è al 25%.

Inoltre, ai guadagni partita IVA, per il calcolo netto, occorre sottrarre i contributi previdenziali obbligatori. Come sopra accennato. Ma occorre pure mettere da parte i soldi per gli acconti sulle imposte che, inesorabilmente, portano poi ad una ulteriore riduzione della liquidità a disposizione.

Quante tasse paghi con il regime forfettario senza IRPEF e con imposta sostitutiva

Se non si superano i 65.000 euro annui di ricavi o di compensi, e se si rispettano gli altri requisiti richiesti, i guadagni partita IVA netti non si riducono con la tassazione IRPEF. In quanto si può accedere ad una tassazione che è agevolata al 15% a titolo di imposta sostitutiva. Nella fattispecie, con quello che è definito come il regime forfettario. Così come è riportato in questo articolo.