In Italia più di 1 miliardo di euro sono convogliati nel consumo di hardware e software (secondo un rapporto del 2016) anche se il Made in Italy, per quel che riguarda i videogiochi, non rappresenta un mercato molto grande. Si, può, però, anche in Italia trasformare la propria passione per i videogame in un lavoro visto che lauree e scuole  apposite sono proliferate negli ultimi anni insieme a Master e a specializzazioni dedicate proprio allo sviluppo dei videogiochi.

Videogiochi: da passatempo a business

Anche in Italia, quindi, la passione per i videogiochi si sta incanalando da semplice passatempo a vero e proprio business e da puro intrattenimento i videogames si sono trasformati anche nel Bel Paese in strumenti di formazione e conoscenza.

Essendo un settore che, indubbiamente, nel prossimi anni crescerà molto visto il bacino di utenza in continua crescita (ricordiamo che a fruire dei videogiochi non sono soltanto i giovanissimi), attualmente in Italia giocano abitualmente circa 25 milioni di persone, molte delle quali vorrebbero entrare nel business della produzione di questa industria.

All’estero, in Paesi come Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti, le figure lavorative che il settore coinvolge non si limitano al mero sviluppo del gioco ma anche quelle inerenti la comunicazione, marketing e gli eventi legati ai videogames. Oltre a queste, poi, ci sono le figure classiche dei game designer, game developer, level designer e conceptartist.

Per quel che riguarda la situazione italiana, non ci sono dati che al momento possono collegare questo tipo di lavoro restituendo, ad esempio, il rapporto tra lavoro e stipendio medio e tra laureati e effettivamente impiegati nel settore, anche se si pensa che la domanda di lavoro nel settore, anche in Italia, è in grado di reggere tutti coloro che studiano per fare dei videogiochi il proprio lavoro.

Business videogiochi in Italia: quali scuole permettono la formazione?

Da quel che dice il Prof.

Pier Luca Lanzi del Politecnico di Milano “Il settore dei videogiochi in Italia è in continuo fermento. Frequentando negli ultimi 5-6 anni i diversi eventi per sviluppatori di videogiochi (come lo Svilupparty, l’area indie alla GamesWeek) si nota come nel giro di pochissimo tempo l’ambiente sia cambiato e il numero di possibilità sia aumentato, grazie anche al lavoro di AESVI e di persone come Ivan Venturi che organizza lo Svilupparty”.

Vediamo, quindi, quali sono le scuole italiane che permettono di avvicinarsi al mondo dei videogiochi finendo i propri studi in Italia.

Tra gli istituti pubblici troviamo l’Università degli studi di Milano che offre percorsi di studio incentrati proprio sui videogiochi con costi medi di 3000 euro per biennio. Anche il Politecnico di Milano offre dei corsi specifici per gli appassionati di videogiochi con tasse universitarie che variano, in base al reddito, da 883 euro a 3886 euro l’anno (ma non solo per questo corso specifico).

All’Università di Verona, poi, è possibile trovare il primo master chiamato Videogame design and programming, attivo dal 2009, della durata annuale (320 ore) e rivolto ai laureati in Informatica o Ingegneria.