I rendimenti dei fondi pensione per i contributi complementari scontano ancora lo scotto del primo trimestre 2020, in particolare il freno drastico di marzo. Tuttavia, a chi si sta chiedendo come integrare la pensione futura, interesserà sapere che nel lungo periodo la scelta resta vincente.

Pensione complementare: rendimenti 2020

I dati della Commissione di vigilanza sui fondi pensione per i primi nove mesi dell’anno confermano che il 2020 è stato difficile. Tuttavia già nel secondo trimestre è iniziato un recupero, proseguito a ritmo più intenso nel terzo.

Al netto dei costi di gestione e delle imposte, i fondi negoziali hanno guadagnato lo 0,2%, mentre i fondi pensioni hanno perso lo 0,9%.Nello stesso arco temporale considerato, il TFR si è rivalutato dello 0,9%.

Anche se è stato un anno difficile economicamente, non si smette di pensare alla pensione futura. Anzi, in un certo senso la pandemia ha fatto rinascere la priorità di avere certezze economiche per la rendita futura. A fine settembre 2020 le posizioni pensionistiche complementari aperte (9,289 milioni in essere) fanno registrare un incremento rispetto al 2019 pari a 172.000 iscritti (1,9%). Resta inferiore rispetto al pre Covid ma è comunque un segnale di ripresa del settore.

 

L’incremento maggiore si è registrato nel fondo destinato ai lavoratori del settore edile (più 47.800 unità) e in quello riservato ai dipendenti pubblici (12.100 unità ulteriori). Per quanto attiene invece all’importo dei versamenti le risorse destinate alle prestazioni sono di circa 190 miliardi di euro.

Riportiamo di seguito uno stralcio dell’analisi della Covip

 “Osservandone l’andamento trimestrale nel corso del 2020 sulla base di analisi preliminari che tengono conto anche della stagionalità il flusso dei contributi del secondo trimestre appare aver avuto un calo, seppure di ammontare limitato, per lo specifico effetto dell’emergenza pandemica. Nel complesso, la differenza del flusso incassato nei nove mesi del 2020 rispetto al corrispondente periodo del 2019 è tornata positiva, nell’ordine dell’1%. Il risultato è frutto di un modesto incremento dei contributi versati nei i fondi negoziali e nei fondi aperti, a fronte di un lieve calo dei contributi versati nei PIP.

Negli anni precedenti, il trend di crescita dei contributi era stato nell’ordine del 5%.”

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