Flat tax e flat tax incrementale. Nelle ultime settimane non si fa altro che parlare di queste due tasse piatte, la prima si identifica con il già noto regime forfettario, ora oggetto di modifiche con la Legge di bilancio 2023, l’altra con la nuova tassa piatta che sarà introdotta dalla stessa Manovra per imprese e professionisti che non sono in regime forfettario. La Legge di bilancio 2023 è arrivata in Parlamento. Ora inizia il forcing per arrivare all’approvazione finale entro il 31 dicembre.

Nel testo che sarà esaminato dapprima dalla Camera dei Deputati, le due flat tax sono confermate.

Nei vari talk show che vanno in onda in TV,  si sente parlare tantissimo delle nuove flat tax. Spesso facendo molta confusione.

Vediamo nello specifico cosa si intende per flat tax e per flat tax incrementale, analizzando le differenze ossia trattando nello specifico l’una e l’altra tassa piatta.

La flat tax regime forfettario

La prima flat tax oggetto di modifica nella Legge di bilancio 2023, è la flat tax che si identifica con il regime forfettario.  In particolare, il Governo ha deciso di consentire a tante più imprese e professionisti possibili l’accesso al regime forfettario. Ciò è messo in atto alzando il limite dei ricavi/compensi che deve essere rispettato per accedere o permanere nel regime forfettario, anche con aliquota ridotta al 5%.

Nello specifico, il limite ricavi/compensi viene innalzato da 65.000 euro a 85.000 euro.

Ciò significa che, dal 2023, potranno accedere al regime forfettario, i titolari di partita iva che:

  • hanno conseguito ricavi ovvero hanno percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a euro 85.000;
  • hanno sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto.

Attenzione però al superamento del suddetto limite di ricavi/compensi.

Il superamento del limite comporta:

  • nel caso in cui sia superata la soglia di 85.000 euro ossia in caso di ricavi o compensi superiori a 100.000 euro, l’uscita immediata dal regime forfettario (regole ordinarie Irpef e IVA a partire dalle operazioni effettuate che comportano il superamento del predetto limite di 100.000 euro);
  • se i ricavi conseguiti in corso d’anno si fermano però a 100.000 euro, non oltre, l’uscita dal regime dall’anno successivo.

La flat tax incrementale

Veniamo ora alla flat tax incrementale.

Innanzitutto sono confermate le attuali aliquote Irpef nonché le no tax area a oggi in vigore.

Dunque le aliquote Irpef che saranno applicate anche ai redditi 2023, sono le seguenti:

  • 23% per i redditi finno 15 mila euro;
  • 25% per i redditi da 15 mila a 28 mila euro;
  • 35% per i redditi da 28 mila a 50 mila e
  • 43% per i redditi oltre 50 mila.

Detto ciò, con la nuova flat tax incrementale, imprese e professionisti non in regime forfettario, per i soli redditi 2023, possono applicare una tassa piatta del 15%.

In particolare, il 15% si applicherà solo alla differenza, non superiore a 40.000 euro, tra:

  • il reddito d’impresa e di lavoro autonomo conseguito nell’anno 2023 e
  • quello più alto del triennio precedente (2020, 2021 e 2022), ridotta di un importo pari al 5% di quest’ultimo ammontare, che resta assoggettato regolarmente all’Irpef e relative addizionali.

Su tale differenza ridotta del 5% si applica la flat tax incrementale.

Attenzione però, gli acconti d’imposta 2024, dovranno essere versati  considerando, quale imposta del periodo precedente, quella che sarebbe scaturita non applicando il regime sostitutivo flat tax incrementale.