Stangata fiscale dal 65 miliardi di euro nel triennio 2020-2022. Rispetto al 2019, nei prossimi tre anni, il totale delle entrate nelle casse dello Stato passerà da 827 miliardi a 893 miliardi con un incremento che sfiora l’8%. Di ciò non c’è da meravigliarsi perché il debito pubblico italiano è troppo elevato e per contenere la sua crescita l’unica strada è quella di aumentare la pressione fiscale.

Cosa aumenterà nei prossimi tre anni

Le imposte indirette – tra le quali l’Iva è la principale – cresceranno di quasi 42 miliardi con un’impennata del 16%.

Questi i dati principali che emergono da un rapporto del Centro studi di Unimpresa, secondo il quale rispetto al prodotto interno lordo (pil) il gettito complessivo schizzerà oltre quota 47% nel 2020. I versamenti per contributi previdenziali e sociali saliranno di 13 miliardi (+5%).

Il peso delle tasse sui contribuenti è asfissiante e va immediatamente fermata una tendenza pericolosa. Le famiglie e le imprese sono strozzate dal giogo fiscale che va allentato con un intervento choc. Il governo sta affrontando la complessa messa a punto della prossima legge di bilancio e fioccano promesse di riduzioni del prelievo fiscale, ma al momento tutti gli indicatori, compresi quelli presentati dallo stesso esecutivo giallo-verde, vanno nella direzione opposta. Senza misure coraggiose, sarà impossibile evitare che scattino la clausole di salvaguardia con la prossima manovra sui conti pubblici” commenta il vicepresidente di Unimpresa, Andrea D’Angelo.

Entrate tributarie saliranno a 537 miliardi

Secondo l’analisi del Centro studi di Unimpresa, basata su rielaborazioni di dati Corte dei conti, Istat e Tesoro, nel triennio 2020-2022, il totale delle entrate nella casse dello Stato crescerà di 65,2 miliardi (+7,9%) rispetto agli 827,7 miliardi del 2019 (859,1 miliardi nel 2020 e 878,1 miliardi nel 2021). Le entrate tributarie saliranno sistematicamente dai 510,1 miliardi del 2019, ai 537,7 miliardi del 2020, ai 553,1 miliardi del 2021, ai 562,1 miliardi del 2022: complessivamente si registrerà un aumento di 52,0 miliardi (+10,2%).

Imposte dirette in aumento del 4,3%

Nel dettaglio, le imposte dirette (in particolare Irpef, Ires e Irap) saliranno di 10,7 miliardi (+4,3%) dai 248,6 miliardi del 2019 ai 259,3 miliardi del 2022 (250,2 miliardi nel 2020 e 255,1 miliardi nel 2021); le imposte indirette (tra le quali l’Iva è la principale) saliranno dai 257,3 miliardi del 2019, ai 284,1 miliardi del 2020, ai 294,3 miliardi del 2021, ai 299,0 miliardi del 2020 facendo registrare una lievitazione di 41,7 miliardi (+16,2%).

Stabili le imposte in conto capitale

Stabili le imposte in conto capitale che resteranno attorno a quota 4 miliardi per tutto il periodo osservato. I contributi sociali (ovvero i versamenti per pensioni e previdenza) saliranno di 13,0 miliardi con un incremento dl 5,4% dai 240,6 miliardi del 2019 ai 253,6 miliardi del 2022 (244,2 miliardi nel 2020 e 248,3 miliardi nel 2021). Stabili attorno a quota 77 miliardi anche le altre entrate correnti.

Pressione fiscale verso il 47% del Pil

Rispetto al pil, il totale delle entrate si attesterà al 46,6% nel 2019, al 47,1% nel 2020, al 47,0% nel 2021 e al 46,6% nel 2022. Rispetto al pil, la pressione fiscale (calcolata sul totale delle entrate al netto delle “altre entrate correnti” e delle “entrate in conto capitale non tributarie”), invece, arriverà al 42,0% nel 2019, al 42,7% nel 2020, al 42,7% nel 2021 e al 42,5% nel 2022. “Per ogni 10 euro incassati, ciascun contribuente, tra tasse e contributi, versa di fatto la metà nelle casse pubbliche: è una situazione insostenibile, la vera zavorra della ripresa economica” aggiunge il vicepresidente di Unimpresa, Andrea D’Angelo.