In quest’articolo ci occuperemo di capire come denunciare una firma falsa e nel dettaglio prenderemo il caso di chi vuole impugnare la sottoscrizione di un documento in cui la firma non è la propria. Come bisogna comportarsi in questi casi?

Cosa dice la legge

Secondo la legge per verificare che una firma è falsa deve essere la controparte a dover dimostrare l’autenticità o meno della stessa. Ad esempio, mettiamo di ricevere un documento o una bolletta legati ad un contratto mai firmato ma che riporta la nostra firma.

In questo caso siamo di fronte ad una falsificazione della firma ai nostri danni. Come procedere? Se si tratta di una scrittura privata (documento redatto per iscritto, ad esempio un contratto) basta effettuare una contestazione e poi sarà la controparte a dover procedere all’autenticazione, ossia dovrà attestare se davvero si tratti di una firma falsa o meno.

Secondo il codice civile, infatti, la scrittura privata fa piena prova fino a querela di falso, ovvero se l’autore riconosce che una determinata firma è la propria, questa non può essere discussa a meno di utilizzare il procedimento querela di falso. Anche se la firma è stata autenticata da un notaio o altro pubblico ufficiale la finalità non cambia a meno che l’autore non riconosca la firma come propria, a quel punto la controparte deve dimostrare l’autenticità della sottoscrizione. Tutto cambia nel caso di atti pubblici, cioè scritti con la presenza di un pubblico ufficiale, in cui la firma si presume essere sempre autentica visto che durante l’atto della firma è appunto garantita la presenza del notaio. In questo caso per dimostrare che una certa firma è falsa bisogna intraprendere la procedura di querela di falso.

Per contestare una firma falsa, ad esempio dovendo dimostrare che tale fattura non è stata firmata dal soggetto interessato bisognerà contestarla con una lettera raccomandata in cui si afferma che quella firma è appunto non vera.

A quel punto il soggetto, dopo aver contestato la firma, può aspettare la mossa della controparte. Questa può lasciar perdere o procedere ad una causa. Detto ciò il presunto debitore può contestare la firma dimostrando che non è la propria, mentre la controparte può eseguire la verificazione della scrittura privata. In seguito può essere chiamato in causa anche un perito calligrafico per confrontare le varie calligrafie e dare ragione ad uno o l’altro soggetto. Inoltre il soggetto debitore può anche avviare una causa per pretendere che tale fattura non sia pagata. Durante il processo civile la scrittura privata senza autenticazione non è più riconosciuta ed entra in gioco il disconoscimento della firma. Mentre nel caso in cui il soggetto debitore abbia posto una firma in un foglio bianco e il creditore lo abbia riempito in seguito con uno scritto mai stabilito tra le parti, il debitore può procedere alla querela di falso.