Presto potrebbero mancare i fondi per il reddito di cittadinanza.

Come sappiamo, il reddito di cittadinanza potrebbe avere le ore contate. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia e del centro destra, presto sarà chiamata a formare un nuovo governo. Una Meloni da sempre contraria al sussidio tanto caro al movimento 5 Stelle, tanto da averlo definito come “metadone di stato”.

In effetti, secondo molti report, il reddito di cittadinanza non sarebbe riuscito nel suo intento di far incrociare la domanda e l’offerta di lavoro.

Anzi, secondo i suoi detrattori, ne sarebbe un ostacolo.

In futuro è dunque probabile la cancellazione di questo strumento a favore di altre misure di welfare ritenute più efficaci, come ad esempio il reddito di solidarietà. Si tratta di un sussidio a favore dei soggetti fragili: famiglie con a carico minori o disabili e anziani senza un lavoro, ma non a favore dei giovani “occupabili”.

Ad ogni modo, con le precedenti leggi di bilancio sono stati previsti dei fondi per questa misura fino al 2029. Risorse che adesso potrebbero essere destinate ad altro. Ci si chiede, dunque, fino a quanto bastano i soldi per il reddito di cittadinanza?

Reddito di cittadinanza, quanto dura senza nuovi fondi?

Il reddito di cittadinanza è sicuramente una misura costosissima. Con la Legge di bilancio 2021 sono stati stanziati 4 miliardi di euro fino al 2029, nel 2022 è stato necessario un altro 1 miliardo e 60 milioni per gli anni successivi.

Il problema è che il futuro governo di centro destra potrebbe chiudere, una volta e per tutte, i rubinetti di questo strumento. È probabile, infatti, che la riforma del reddito di cittadinanza trovi spazio nella legge di bilancio 2023. Gli attuali percettori dovrebbero continuare a percepire il sussidio fino alla scadenza naturale e non ci sarà più alcun rinnovo. Ad ogni modo, fino alle prossime modifiche normative, è ancora possibile poterne fare richiesta.

In caso di insufficienza delle risorse per tutte le richieste, l’articolo 12 del decreto 4/2019, convertito in legge n. 26 del 2019, stabilisce quanto segue:

“In caso di esaurimento delle risorse disponibili per l’esercizio di riferimento ai sensi del comma 1, con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottarsi entro trenta giorni dall’esaurimento di dette risorse, è ristabilita la compatibilità finanziaria mediante rimodulazione dell’ammontare del beneficio. Nelle more dell’adozione del decreto di cui al secondo periodo, l’acquisizione di nuove domande e le erogazioni sono sospese. La rimodulazione dell’ammontare del beneficio opera esclusivamente nei confronti delle erogazioni del beneficio successive all’esaurimento delle risorse non accantonate”.

In altre parole, in caso di esaurimento delle risorse, non potranno più essere accettate nuove richieste per il reddito di cittadinanza. Oltre a questo, i vecchi possessori potrebbero subire il taglio dell’assegno.