Con l’ultimo Dpcm di Draghi, sono state varate ulteriori misure restrittive per il contrasto all’emergenza sanitaria del Coronavirus. Misure volute dal governo a seguito dell’aumento dei contagi dovuti alla nuova variante omicron.

Come ci si aspettava, il nuovo Dpcm ha suscitato non poche polemiche da parte dell’opinione pubblica (non solo dei no-vax). In effetti, in alcuni casi, le misure appena adottate sembrerebbero quantomeno discutibili. Dal primo febbraio, ad esempio, non sarà nemmeno consentito ritirare la pensione senza green pass, anche se solo nella sua versione soft.

Così, in questi giorni si sta verificando una corsa agli sportelli, proprio per prelevare alcuni risparmi. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Pensioni, da febbraio serve il green pass

Come già detto in apertura, dal 1° febbraio non sarà più possibile recarsi agli uffici postali o bancari sprovvisti di green pass, neanche per ritritare la pensione. È quanto previsto dal Dpcm di Draghi appena emanato.

Ad ogni modo, è bene chiarirlo, sarà sufficiente il cosiddetto green pass base, ossia la certificazione per vaccinazione, guarigione ma anche test antigenico rapido (nelle 48 ore precedenti) o molecolare (nelle 72 ore precedenti) con risultato negativo.

Esiste un’alternativa valida per il ritiro della pensione, e non serve alcun green pass. Stiamo parlando dell’accredito sul conto corrente. In questo modo, non sarà nemmeno necessario attendere le lunghe file agli sportelli postali. Infatti, è sempre possibile prelevare contanti presso gli ATM.

Per richiedere l’accredito della pensione sul conto corrente non è più necessario consegnare i moduli previsti fino a qualche anno fa. La stessa INPS, grazie alla “banca dati condivisa, può procedere in automatico all’accredito della pensione sul conto, comunicando direttamente con le Poste o con le banche che gestiscono le pensioni.

 

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