Per ripulire la fedina penale non basta comportarsi bene anche se l’ordinamento concede una seconda possibilità con la riabilitazione. La fedina penale altro non è che il certificato penale che si estrae dal Casellario Giudiziale, l’archivio in cui sono contenuti i dati relativi a provvedimenti giudiziari ed amministrativi di determinati soggetti. Nel certificato penale ci sono tutti i provvedimento penali di condanna, ovvero quelli passati in giudicato che non possono essere impugnati.

Nella fedina penale, quindi, non appaiono i procedimenti penali in corso.

La fedina penale è un documento importante per alcuni aspetti poichè, in molti casi, le macchie sul passato possono incidere sul presente: Forze dell’Ordine, Magistratura, Pubblica Amministrazione, ma anche datori di lavoro privati possono chiedere che il nuovo assunto abbia una fedina penale immacolata. Per questo ripulire la propria fedina penale diventa indispensabile .

In alcuni casi, per esempio, può accadere che per reati minori venda concesso dal giudice il beneficio di non menzione nel casellario giudiziale, in questi casi alcuni soggetti, come per esempio il datore di lavoro, non possono visionare il contenuto della fedina penale, mentre altri, come Forze dell’Ordine o Magistratura, avranno accesso alla fedina penale visionando tutte le condanne.

Ripulire la fedina penale: cosa significa?

Per ripulire la fedina penale bisogna cancellare l’iscrizione della condanna ma questo può essere fatto solo per reati minori e a determinate condizioni. Per le condanne del giudice di pace, ad esempio, si devono aspettare 10 anni dalla condanna definitiva.

Per riavere una fedina penale pulita, poi, è possibile anche la riabilitazione che appone accando all’iscrizione della condanna l’estinzione del reato: questo, ovviamente,  non elimina la condanna dalla fedina penale, la condanna, infatti, sarà visibile sia alle Forze dell’Ordine che al datore di lavoro. L’iscrizione della condanna, infatti, non viene cancellata, ma al suo fianco verrà aggiunta la dicitura “reato estinto”: il precedente, quindi, seppur presente nel casellario giudiziale non avrà più effetti.

La riabilitazione viene concessa trascorsi 3 anni dal giorno della estinzione della pena principale qualora il condannato abbia dato prova costante di buona condotta. Se la pena, invece, non viene eseguita, per chiedere la riabilitazione bisogna attendere il passaggio in giudicato della sentenza.