Con la crisi economica e con la disoccupazione giovanile a livelli così alti in Europa, i tempi sono piuttosto duri, nonostante i Paesi nordici, fuori dalla crisi, fanno da traino per tutti gli altri.   Il problema principale è rappresentato dai giovani  che si affacciano sul mondo del lavoro con poche certezze e mille incognite sulla loro futura carriera. L’unica carta che resta da giocare a chi si affaccia per la prima volta nel mondo del lavoro e a chi non riesce a trovare un’occupazione è quella di mettersi in proprio creando un’attività dal nulla costruendo una start up.

Per realizzarsi in questo senso quello che non deve mancare, oltre alla voglia di fare, è principalmente la creatività anche se la possibilità di riuscita molto dipende dal Paese in cui si intende iniziare. Le differenze, infatti, tra Paese e Paese sono molto marcate e chi si avventura in un’attività imprenditoriale in Italia sa già che dovrà affrontare non poche difficoltà sia di tipo burocratico che sul fronte delle agevolazioni. Queste ultimi sono, soprattutto, una questione che riguarda i governi e la loro lungimiranza ad investire sui giovani. Diventa chiaro in questo contesto che al di là della voglia di fare e della creatività avviare un’attività richiede soprattutto soldi e tempo e diventa importante avere chiaro fin dall’inizio dove è meglio avviare la propria attività. Proprio per questo motivo il TMF Group stila una lista basata sul Complexity Benchmark Index, dei Paesi dove è più facile avviare un nuovo business. Quello che bisogna tener presente in ogni caso, a parte il sistema legale del Paese in questione, è sicuramente il sistema politico, quello economico e i rischi di cybersecurity.
Nelle prossime pagine vedremo quali sono i 10 migliori Paesi in cui avviare il business e i motivi che li hanno portati nella top 10 della classifica.

Classifica 10 migliori paesi

  Al decimo posto della classifica troviamo la Nuova Zelanda, Paese in cui per avviare una nuova attività è necessario meno di un giorno. Al nono posto, nonostante siano famose per le spiagge il mare e il turismo, troviamo le isole Barbados che rappresentano un importante centro di commercio e cambio internazionale. Un pregio del luogo è rappresentato dalla stabilità politica. All’ottavo posto il Regno Unito che, grazie alla sua posizione strategica, pur essendo al di fuori dell’Eurozona, è uno dei più importanti centri commerciali dell’Unione Europea. La sua ricchezza va ricercata nella capacità di attirare firme internazionali e nella sua capitale Londra che è uno dei mercati valutari più importanti del mondo. Al settimo posto troviamo una piccola isola situata nel canale della Manica: Guernsey che tecnicamente è un territorio della Corona ma non fa parte del Regno Unito. Guernsey è un porto franco che non presenta imposte patrimoniali, sulle vendite e sulle plusvalenze. Sesto posto spetta di diritto all’Australia che negli ultimi 10 anni ha dimezzato la tassazione sulle importazioni e dove le tassazioni di impresa sono tra le più basse al mondo. Alla quinta posizione troviamo Porto Rico, un territorio appartenente agli USA ma che gode di un sistema di tassazione diverso dall’America. La proprietà privata è regolata dalla legge Usa, così come la protezione, ma alcune attività possono godere di una tassazione preferenziale che oscilla tra lo 0 e l’1%. Al quarto posto troviamo Bonaire un paradiso caraibico che appartiene al territorio olandese. Le politiche fiscali del luogo subirono una profonda revisione nel 2001 per cercare di togliere l’immagine di paradiso fiscale ma ancora oggi sono molte le società che traggono beneficio da regimi offshore per accordi preferenziali.

Al terzo posto, sul podio di questa classifica, troviamo l’Irlanda che rappresenta una eccezione tra i Paesi dell’Unione Europea per le tasse molto basse. L’Irlanda viene utilizzata, proprio per questo, dagli investitori esteri come approdo per l’area euro. basti pensare che Facebook, Paypal e Google hanno i propri uffici a Dublino per beneficiare delle tasse sui profitti al 25% contro la media OECD del 41%. Seconda posizione per Hong Kong, territorio che appartiene alla Cina ma si regola come uno stato autonomo per quel che riguarda le tasse. Hong Kong è considerato il paese migliore dove avviare opere di costruzione. Primo posto per <strong