Il 95% del tessuto imprenditoriale italiano è rappresentato da microimprese. Aziende di piccole dimensioni con fatturati e utili modesti e con un numero di dipendenti non superiore a 5.

Ad esse si deve un gran numero di occupati italiani (circa il 44,5% secondo Federcontribuenti) e sono sempre esse a sostenere, in gran parte, i conti pubblici nel nostro paese.

Le microimprese italiane, ogni anno, vengono tartassate dai debiti (fiscali e non).

Secondo alcune stime, la pressione fiscale per le imprese si aggira attorno al 60%.

Tutto questo mentre in Italia è in atto un fenomeno di enorme portata, difficile da stroncare.

Ci riferiamo al fenomeno delle cosiddette “srl countdown”, società che nascono per morire nell’arco di pochi anni, non pagando nulla, o quasi, al fisco.

Secondo Federcontribuenti, queste società avrebbero accumulato in pochi anni ben 161 miliardi di euro di debiti col fisco.

 

Società furbette. Una piaga per gli italiani

Secondo un recentissimo report di Federcontribuenti: ogni anno in Italia nascono sempre nuove società countdown, che muoiano nel giro di 2 anni.

Per i magistrati fallimentari, il fenomeno è frutto di un piano ben preciso, quello di frodare il fisco attraverso l’utilizzo di presta-nomi o altri mezzi fraudolenti.

Esse “Sono per lo più piccole SRL costituite con un euro che si aggiudicano a basso costo contratti di appalto o subappalto e che spariscono in poco tempo. Fin dal primo giorno di attività non versano l’Iva e non pagano le ritenute d’acconto e i contributi previdenziali ai dipendenti”.

Tutto ciò ha portato in pochi anni ad un’evasione fiscale di ben 161 miliardi di euro, che difficilmente verranno recuperati.

 

Le organizzazioni criminali dietro al fenomeno

Sempre secondo il report sopra citato, con una srl, come queste, è molto difficile distinguere il denaro legale con quello di illecita provenienza.

Esse riescono a fatturare 60 miliardi di euro l’anno senza versare un solo euro al fisco.

Senza mezzi termini: “È grazie a queste imprese che le organizzazioni criminali continueranno ad interloquire con gli Enti Pubblici e con i politici di vario grado”.

 

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