Gli italiani sono il popolo più longevo al mondo. Vivono così a lungo che potrebbero addirittura arrivare alla pensione“, afferma Matteo Adami. Parole che pongono l’attenzione su uno dei maggiori problemi del sistema pensionistico del nostro Paese, ovvero l’età in cui una persona può lasciare il mondo del lavoro.

Lo sa bene il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni che è al lavoro per evitare il ritorno della Legge Fornero. Quest’ultima, infatti, è al centro delle polemiche per aver inasprito i requisiti richiesti per andare in pensione.

Ma è davvero così? A che età si va in pensione senza la Legge Fornero? Ecco quello che non ti dicono.

A che età vai in pensione senza Fornero: quello che non ti dicono

In base a quanto previsto dalla Legge Fornero, i lavoratori possono andare in pensione al raggiungimento dei 67 anni di età, a patto di aver maturato 20 anni di contributi. Non tutti però hanno diritto ad accedere al trattamento pensionistico una volta soddisfatti questi due requisiti. Vi sono infatti molti lavoratori che dovranno avere una pazienza maggiore e aspettare qualche anno in più. Ma di chi si tratta?

Ebbene, si tratta dei soggetti che vedono calcolare la propria pensione con il sistema contributivo. Quest’ultimo, così come si evince dal sito dell’Inps, è applicato a tutti i lavoratori “privi di anzianità contributiva al 1° gennaio 1996“. Entrando nei dettagli, i soggetti che al 31 dicembre 1995 non hanno registrato nemmeno un giorno di lavoro devono soddisfare un terzo requisito, quest’ultimo relativo all’importo minimo della prestazione.

Occhio all’importo minimo della prestazione

Come si evince dal decreto – legge numero 201 del 6 dicembre 2011, il diritto alla pensione di vecchiaia si consegue:

“in presenza di un’anzianità contributiva minima pari a 20 anni, a condizione che l’importo della pensione risulti essere non inferiore, per i lavoratori con riferimento ai quali il primo accredito contributivo decorre successivamente al 1° gennaio 1996, a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale“.

Dato che nel 2022 l’importo dell’assegno sociale è pari a 468 euro, vuol dire che un lavoratore per andare in pensione deve aver diritto a un trattamento mensile pari ad almeno 702 euro.

Se quest’ultimo requisito non viene rispettato, allora i lavoratori interessati dovranno attendere il raggiungimento dei 71 anni di età per lasciare il mondo del lavoro.

Diverso, invece, il discorso per coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996. Quest’ultimi, infatti, hanno diritto ad andare in pensione al raggiungimento dell’età di 67 anni e alla maturazione di vent’anni di contributi, a prescindere dall’importo del trattamento pensionistico.