Torna l’incubo di una patrimoniale o di un inasprimento delle tasse con l’avvicinarsi delle elezioni. Il Pd non lo nasconde, non lo ha mai fatto, ma è un obiettivo del suo programma di governo.

Del resto il debito pubblico galoppa verso mete siderali e se i governi continuano a indebitare lo Stato con politiche assistenziali a tutto campo, prima o poi arriverà una tagliola pesante su case e risparmi.

La patrimoniale sulle grandi ricchezze

Benché la patrimoniale debba riguardare solo le grandi ricchezze, il timore fondato è che questa possa interessare anche la classe media.

Ecco perché è sbagliata. Del resto l’esperienza passata ce lo insegna.

Anche se la patrimoniale non sarà più come nel ’92 quando l’ex premier Giuliano Amato mise le mani nei conti correnti degli italiani dalla sera alla mattina portando. Questo disgraziato errore non si ripeterà. Ma non è detto che non se ne possano fare degli altri.

Tuttavia, arrivati a questo punto, l’imprenditore Carlo De Benedetti ha più volte detto che una patrimoniale sulle grandi ricchezze, benché impopolare, è giusta e necessaria. Per ridurre le diseguaglianze sociali, ma anche per fare cassa.

Rischio aumento dell’Imu e imposte sulle successioni

La strada che eventualmente sarà seguita è quella dell’inasprimento dell’Imu e del rincaro delle imposte per donazioni e successioni. Il secondo aspetto vede infatti l’Italia figurare fra i Paesi a fiscalità privilegiata, non trovando eguali in Europa.

Al momento non c’è alcuna patrimoniale in arrivo e difficilmente il PD vincerà le elezioni. Resta però da capire come farà l’Italia a sostenere il peso del debito pubblico accumulato finora se l’economia non cresce. Vero che l’economia è in ripresa dopo la pandemia, ma arriviamo da un crollo di almeno dieci punti percentuali e da una situazione economica anemica che si trascina dalla crisi del 2008-2009.

Tassare quindi i gradi patrimoni che vengono lasciati in eredità, diciamo sopra i 5 milioni di valore, così come le seconde e terze case per chi ha redditi alti non sarebbe sbagliato. Il dubbio è capire quanto lo Stato è in grado di recuperare da una politica simile e cosa rischia di perdere se poi i ricchi fuggono all’estero.