Si attenua ma non si ferma la tendenza a ribasso dei prezzi delle case nel 2019. È quanto emerge dai dati dell’Ufficio Studi di idealista che ha rilevato un ulteriore calo del 2,8% l’anno scorso, a una media di 1.706 euro al metro quadro. Nell’ultimo trimestre il calo è stato solo dello 0,1%.

A incidere negativamente sul valore degli immobili sono sempre le tasse. Imu e Tasi sono ormai diventate delle patrimoniali ricorrenti che in molti casi costringono i proprietari a liberarsi degli immobili per non dare più soldi al fisco.

Inevitabile quindi la pressione sui prezzi che spinge al ribasso le quotazioni del mercato.

Prezzi delle case in discesa anche per il 2020

Secondo Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’Ufficio Studi di idealista, “confermando la tendenza dell’ultimo decennio, i prezzi delle case segnano un ulteriore calo anche quest’anno. I prezzi degli immobili, sempre vantaggiosi, supportano la domanda in un contesto disomogeneo, con aree di crescita e aree in persistente affanno soprattutto al Centro Sud. Considerate queste dinamiche del mercato, prevediamo valori ancora in contrazione nel 2020, ma in progressiva stabilizzazione nel prossimo biennio. I prezzi delle abitazioni dovrebbero invertire la tendenza, ritornando in terreno positivo a partire dal 2022“.

Le regioni più colpite dai cali dei prezzi

Il trend negativo delle quotazioni immobiliari investe 16 regioni . italiane su 20. Fanno eccezione Friuli-Venezia Giulia (5,5%), Trentino-Alto Adige (2%), Valle d’Aosta (1,3%) e Toscana (0,4%). Le variazioni più sensibili spettano a Campania (-5,7%), Abruzzo (-5,4%) e Lazio (-4,9%). Cali superiori alla media del periodo per altre 8 regioni nella forbice che va dal -4,7% dell’ Umbria, al -3,2% della Lombardia. I prezzi più alti della Penisola si registrano in Valle d’Aosta, dove il valore medio si attesta a 2.570 euro/mq, seguono poi la Liguria (2.447 euro/mq) e il Trentino Alto Adige (2.413 euro/mq). La Calabria è la regione più economica per chi acquista, con 907 euro al metro quadro e valori in caduta libera anche quest’anno.

L’andamento nelle province italiane

Rispetto all’anno scorso, dove le aree in segno negativo erano il 72% delle province monitorate, quest’anno la percentuale di province in perdita sale all’80%. Le peggiori performance sono quelle di Asti (-9%), Savona (-7,6%) e Bergamo (-7,4%); all’opposto gli incrementi maggiori riguardano le province di Trieste (9%), Pordenone (7%) e Bolzano (6%). Per quanto riguarda i prezzi di vendita, è Bolzano a guidare la classifica delle province più care con un valore pari a 3.509 euro al metro quadro. Seguono sul podio Savona (3.018 euro/mq) e Firenze (2.833 euro/mq). Nella parte opposta del ranking troviamo Isernia (793 euro/mq), Caltanissetta (736 euro/mq), chiude Biella con 649 euro/mq.

Scendono i prezzi a Napoli, ma salgono a Milano

A livello di capoluogo l’indice generale dei prezzi conferma la tendenza a ribasso nella maggior parte dei mercati cittadini (75%), con una diminuzione dei centri in terreno positivo rispetto all’anno scorso (passano da 36 a 27 nel 2019). Nella parte bassa della classifica, cali a due cifre ad Asti (-11,5%), seguita da Agrigento (-9,3%) e Terni (-9,1%). All’opposto gli incrementi maggiori spettano a Verona (8,1%), Firenze (7,2%) e Pordenone (6,8%). Tra i grandi capoluoghi italiani Napoli (-8,5%) ha accusato il ribasso maggiore davanti a Bari (-7%) e Genova (-6,6%), mentre si attenua il trend negativo di Roma (-2%) e Torino (-0,3%). Tra i grandi mercati che sono cresciuti di più quest’anno, Firenze e Bologna segnano aumenti rispettivamente di 7,2 e 6,4 punti percentuale, Milano si attesta al 4,6%. Venezia rimane la regina dei prezzi di vendita della penisola con 4.481 euro al metro quadro, davanti a Firenze (3.938 euro/mq) e Bolzano (3.614 euro/mq), mentre Milano si piazza quest’anno al quarto posto con 3.377 euro/mq. Nella parte bassa del ranking troviamo Ragusa (833 euro/m²), Caltanissetta (785 euro/mq) e Biella, che diventa la città con il prezzo al metro quadro più basso d’Italia: 720 euro.