
QUALCOSA SI MUOVE MA E’ DAVVERO TROPPO POCO
Tuttavia il settore digitale è stato abbastanza trascurato negli ultimi tempi, ed anche nel recente decreto sulle liberalizzazioni a parte l‘introduzione della scatola nera ai fini assicurativi e la sospensione del beauty contest non riporta interventi significativi. Ad indicare la strada è l’autorità competente Agcom, la quale, al pari di CONFINDUSTRIA, ha stilato quali siano le iniziative da intraprendere per avviare la rivoluzione digitale in salsa italiana. E’ dire che gli addetti a lavori più che un sostegno economico, la gran parte degli interventi sarebbe fatta a costo zero, pretendono una sponda politica in modo tale da godere del sostegno necessario per l’attuazione delle riforme. Un modello da seguire potrebbe essere quello statunitense che recentemente ha avviato un mega piano di sostegno alle nuove iniziative imprenditoriali denominato start up america.
ALFABETIZZAZIONE DIGITALE: ITALIA ANCORA INDIETRO
L’agenda digitale è ancora allo stato embrionale ma un recente incontro tra il ministro Passera ed il responsabile dell’agcom ha ribadito come il punto di partenza iniziale sia il basso impatto di internet sul pil italiano.
Successivamente occorrerà analizzare il perché in Italia l’analfabetismo digitale abbia quote ancora elevate, dell’ordine del 40 per cento.
RISPARMIARE CON INTERNET: I SOLITI CASI ITALIANI
Tuttavia per godere appieno dei benefici di internet occorrerebbe fare in modo che i vantaggi in termini di costo per gli utenti siano evidenti. Allo stato attuale ad esempio una visura catastale on line costa circa 7 euro , e nonostante un impegno in termini di tempo e lungaggini burocratica, si ottiene un documento che no ha alcun valore legale: davvero poco per incentivare ad utilizzare il web. Altri esempi lampanti sono i costi maggiori che ha il pagamento di un bollettino online rispetto a quello tradizionale ed i costi caricati sull’utente , e non sull’istituto bancario, dell’ home banking.