Dalla prima lettura alla Camera del decreto Rilancio emergono novità interessanti su alcuni bonus in arrivo: da un potenziamento del bonus 110%, con estensione ad immobili ad uso non abitativo, allo sconto IMU fino al 20% passando per un bonus musica da 200 euro per chi ha figli minori di 16 anni. Il governo vorrebbe passare all’esame delle misure entro oggi per poi poter inviare il testo al Senato a metà luglio. Intanto vediamo qualche anticipazione interessante sul fronte fiscale e, in particolare, dei bonus al vaglio.

Bonus 110% su immobili non abitativi: estensione a centri sportivi, rifugi e oratori?

Il protagonista del decreto Rilancio resta sempre il bonus 110%. Sarebbe dovuto partire ieri ma mancano ancora i decreti attuativi e la legge di conversione. Nel frattempo diversi restano i nodi da chiarire: in particolare preme sapere se riguarderà anche le seconde case e avere indicazioni più precise sull’iter di cessione del credito. Intanto spunta un emendamento che potrebbe estendere il bonus 110% ad alcuni immobili non ad uso abitativo. Si pensa, ad esempio, a strutture che ospitano attività del terzo settore: palestre, oratori e società sportive dilettantistiche. L’elenco dei lavori agevolabili resterebbe invariato.

200 euro di bonus ai figli che studiano musica

L’emendamento a firma Mancini (Pd) propone il riconoscimento di un bonus di 200 euro ai genitori con figli under 16 che prendono lezioni di musica. Non è aperto però a nuove velleità artistiche. Si configura più che altro come un sostegno per chi, nonostante la crisi economica, non ha abbandonato questa passione. Condizione è, infatti, che l’iscrizione al corso di musica sia precedente al 23 febbraio. Il contributo è erogato una tantum. Possono fare domanda solo i nuclei con Isee sotto i 30 mila euro.

Sconto IMU 20% per chi paga con addebito sul conto

Sta suscitando molto interesse anche la proposta della Lega di riduzione dell’aliquota IMU fino al 20%  ma solo per chi sceglie il RID, ossia l’addebito diretto sul conto corrente come metodo di pagamento.

La decisione finale sull’applicazione però spetterebbe alle amministrazioni comunali che, quindi, avrebbero margini di autonomia.