Ecobonus 110%: la contestazione di operazioni inesistenti e l’indebita compensazione sono possibili reati in cui si potrebbe incorrere.

Molti furbetti potrebbero pensare di aggirare gli ostacoli con qualche escamotage, ma il rischio di commettere un reato è davvero elevato.

Scopriamo in questa guida di Investire Oggi quando si commette un reato e cosa si rischia se non c’è corrispondenza tra quanto dichiarato nel preventivo dei lavori agevolabili (e nella successiva fattura) e quanto effettivamente realizzato in opera.

Reato Ecobonus 110%: quando si commette?

L’Ecobonus 110% è stato introdotto dal Decreto Rilancio e consente ai contribuenti di effettuare i lavori di riqualificazione energetica e di ridurre il rischio sismico a costo zero.

È possibile eseguire i lavori di miglioramento della classe energetica a costo zero. Oltre le soglie di spesa, si devono rispettare altri requisiti e regole concernenti il visto di conformità, i certificati e le asseverazioni.

Anche se si potrebbe pensare di aggirare gli ostacoli con qualche escamotage, il rischio di commettere un reato è alto.

Si commette reato nel caso in cui si svolgessero lavori diversi da quelli indicati in fattura.

Si commette un reato se si chiede l’Ecobonus al 110% senza aver svolto i lavori trainanti, che danno diritto all’agevolazione.

Si commette reato anche quando si fattura a un’impresa diversa rispetto a quella che ha realizzato i lavori.

È considerato reato il “gonfiare” il costo dei lavori, così da ottenere un credito d’imposta maggiore di quello realmente spettante.

Reato Ecobonus 110%: cosa si rischia?

Quando si commette un reato cosa si rischia? Il titolare di un’impresa edile rischia la reclusione da quattro a otto anni per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Se l’importo è inferiore a 100.000 euro la pena si riduce da diciotto mesi a 6 mesi.

Si ha contestazione di operazioni inesistenti quando vengono emesse fatture per operazioni non realizzate o realizzate parzialmente.

Il cittadino che ha ricevuto le fatture rischia di commettere la dichiarazione fraudolenta, se indica le fatture nella dichiarazione dei redditi.

Reato Ecobonus 110%: attenzione alle false certificazioni

Sul web ci sono tante società che promettono il rilascio dell’APE in 48 ore al costo di circa 50 euro: ciò viola la normativa vigente.

“Quando un contribuente usufruisce di un falso attestato allegandolo al rogito di compravendita o al contratto di locazione commette egli stesso un illecito civile e penale per inadempimento contrattuale, che comporta la risoluzione del contratto, la restituzione dei soldi versati e il risarcimento del danno e un illecito penale, che configura il reato di truffa” (cfr. sentenza n. 16644/2017).