Nel sistema previdenziale italiano ci sono almeno due misure che consentono il pensionamento a qualsiasi età. Con le pensioni anticipate ordinarie e con la quota 41 per i precoci si può andare in pensione senza tenere in considerazione qualsiasi requisito anagrafico. In pratica basta raggiungere la giusta dote di contribuzione versata per spalancare le porte della quiescenza. È vero però che non sempre questo si materializza, perché ci sono dei vincoli che a volte costringono gli interessati a superare abbondantemente i 43 anni di versamenti per poter accedere alla pensione senza considerare il limite di età.

Tutto dipende dal meccanismo di calcolo delle pensioni.

“Gentile redazione, sono un lavoratore che ha completato a luglio 42 anni in 10 mesi di contributi versati. Il primo settembre che dovrei tornare al lavoro vorrei comunicare l’azienda e medie dimensioni perché devo andare in pensione. Ho 62 anni di età e con 42 anni e dieci mesi di contributi versati in teoria per diritto alla pensione anticipata. Il mio patronato però mi ha detto che l’attenzione non mi spetta punto. Mi hanno detto che non raggiungo il requisito della contribuzione effettiva. Mi dicono che mi mancano quattro mesi. Ho chiesto se era il caso di farmi licenziare per disputare un po’ di disoccupazione, anche perché sono stanco di lavorare. Risposta negativa anche questa, perché mi hanno detto che non risolverebbe il problema. Perché tutto questo? Perché non riesco ad andare in pensione nonostante ho completato il requisito minimo che serve per la pensione anticipata ordinaria?”

Quando e perché non si prende la pensione anticipata

Le pensioni anticipate sono un argomento molto complicato nonostante quanto si legge in giro. Spesso ci sono informazioni che lasciano pensare a misure abbastanza semplici da centrare solo perché basta completare soltanto il requisito contributivo. Non è così invece, perché è vero che si tratta di misure che hanno nei contributi versati l’unico requisito principale.

Ma è altrettanto vero che esistono dei vincoli. E sono questi vincoli a determinare il mancato ingresso in pensione del nostro lettore. Che non ha altra strada che non sia quella che passa da altri 4 mesi di lavoro.

Insufficienti 42 anni e 10 mesi di contributi se sono compresi alcuni figurativi

Non basta completare 42 anni e 10 mesi di contributi versati per accedere alla pensione anticipata ordinaria. Così come non bastano 41 anni di versamenti per la quota 41 per i precoci o 38 anni per la quota 100 o la quota 102. Infatti servono sempre almeno 35 anni di contributi effettivi. In pratica, nel conteggio dei 35 anni di contributi versati non vi rientrano i contributi figurativi da disoccupazione e malattia. Pertanto, anche se si completano 42,10 anni di assicurazione, ma ci sono 8 anni di figurativi da Naspi, Aspi, Mini Aspi, requisiti ridotti o DS ordinaria, la pensione non si prende. E quindi, nemmeno con 42 anni e 10 mesi di contributi regolarmente accreditati sull’estratto conto.

Si deve lavorare spesso oltre i 43 anni, ma la pensione è più alta

 

Nel caso specifico del nostro lettore, visto che il suo patronato gli ha detto che mancano 4 mesi, avrà sicuramente nel suo estratto conto 8 anni e 2 mesi di contributi figurativi provenienti da periodi di malattia e disoccupazione. Resta il fatto che con 4 mesi di lavoro ulteriori, il nostro lettore uscirà con 43 anni e 2 mesi di contributi. E percepirà una pensione più alta. Infatti per il calcolo della misura questa contribuzione è utile. Per il diritto invece no.

Perché la Naspi spesso non serve per la pensione

Il connubio tra Naspi (indennità per disoccupati INPS) e pensioni è una costante nel sistema. Per esempio chi ha completato tutto il periodo di Naspi spettante può garantirsi, a determinate condizioni, il diritto all’APE sociale a partire dai 63 anni. Oppure alla già citata quota 41.

Ma in alcuni casi la disoccupazione con indennità dell’INPS è controproducente. Come nel caso del nostro lettore. A lui infatti non serve farsi licenziare e mettersi in disoccupazione per 4 mesi aspettando i 43 anni e 2 mesi di contributi.

 

Come arrivare a 35 anni di contributi effettivi

Al nostro lettore mancano 4 mesi per completare i 35 anni di versamenti effettivi. Carenza che la Naspi come detto, non sana in nessun caso. Per lui non resta che lavorare da settembre a dicembre, per andare così finalmente in pensione dal primo aprile 2023. Infatti occorre ricordargli che sulla pensione anticipata ordinaria vige il sistema a finestra. La decorrenza della prestazione è posticipata di 3 mesi dalla data di maturazione del diritto alla pensione.