“Il denaro è un recipiente vuoto in attesa di essere riempito. È un oggetto inanimato, ossia senz’anima. Possiede un’anima quando gliela diamo noi, allora diventa buono o cattivo a seconda di come siamo noi. Diffidate di chi dice che il denaro è malvagio“, afferma Salvatore Brizzi. I soldi d’altronde si rivelano essere utili nelle circostanze più disparate, consentendoci di pagare i vari beni e servizi di nostro interesse.

Non sempre però si dispone della liquidità di cui necessitiamo. Anzi, complice la crisi economica in atto e gli importi talmente bassi di pensioni e stipendi, sempre più persone fanno fatica ad arrivare alla fine del mese.

Se tutto questo non bastasse a gennaio le pensioni non hanno subito gli aumenti tanto attesi. Ma per quale motivo? Ecco cosa sta succedendo.

Pensioni 2023: importanti aumenti in vista

Il nuovo anno è da poco iniziato, portando con sé delle importanti novità. In particolare gli anziani sono in attesa di vedersi erogare delle pensioni dall’importo più alto rispetto all’anno appena concluso. Non si tratta di una speranza, bensì di una concreta realtà che si manifesterà per effetto della rivalutazione dei trattamenti pensionistici. Lo scorso 9 novembre, infatti, il ministro dell’Economia Giorgetti ha firmato un decreto che dispone a partire dal 1° gennaio del 2023 un adeguamento del 7,3% delle pensioni.

Innalzamento delle pensioni minime a 600 euro

Entrando nei dettagli, la legge di Bilancio 2023, così come si evince dal sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, prevede la:

“Revisione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni per gli anni 2023-2024, al fine di tutelare i soggetti più bisognosi. Prevista una rivalutazione del 120% del trattamento minimo e dell’85% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo”.

Ma non solo, il governo Meloni ha approvato per il 2023 l’innalzamento dell’importo delle pensioni minime a quota 600 euro per le persone con più di 75 anni.

Ecco perché la tua pensione non è (ancora) aumentata

Con il cedolino di gennaio 2023, quindi, gli anziani attendevano un assegno più ricco rispetto a quello di dicembre 2022. Nella realtà dei fatti, però, non è stato così. Ma come è possibile? Ebbene, alla base del mancato riconoscimento di questi aumenti vi è solamente un problema di tempistiche.

La Manovra, infatti, è stata approvata lo scorso 30 dicembre. Considerando che il 1° gennaio è festa, è risultato praticamente impossibile adeguare gli importi dei trattamenti pensionistici. Tali aumenti pertanto verranno quasi sicuramente riconosciuti a partire dal mese di febbraio 2023, con tanto di arretrati inerenti la mensilità di gennaio.