Ore contate per il reddito di cittadinanza. Ok forse ore no ma mesi. Il governo Meloni va avanti dritto con il piano di smantellamento del sussidio. Mentre spuntano i primi comitati a difesa del RdC, l’esecutivo annuncia la prima fase di cancellazione ad agosto. Ecco chi riguarderà.

E’ partito il censimento beneficiari: ecco quelli a rischio

Il primo step per valutare a chi sarà tagliato il reddito di cittadinanza, prevede il censimento dei beneficiari. L’obiettivo è contare i cd occupabili.

Questa è la categoria che perderà per prima il reddito di cittadinanza a meno che non si attivi per trovare lavoro tramite i centri per l’impiego. A tutti quelli ritenuti idonei al lavoro in base ai requisiti, i CpI invieranno un modulo online da compilare con il proprio profilo professionale. Andranno inseriti titoli di studio ed esperienze lavorative, in una sorta di curriculum preimpostato. In caso contrario scatta la cancellazione del reddito di cittadinanza.

Ecco per chi quella di luglio sarà l’ultima ricarica del reddito di cittadinanza

Nel caos che ha caratterizzato l’annuncio della riforma del RdC, si temeva che già gennaio 2023 potesse essere l’ultima ricarica del reddito di cittadinanza per gli occupabili. In realtà il Governo ha preso tempo per organizzare questo taglio. Drastico quindi ma non improvviso. Stando alla tabella di marcia agosto sarà l’ultima ricarica per coloro che perderanno il diritto al reddito di cittadinanza.

Ancora 5/6 mesi circa quindi per prepararsi alla ricerca di un lavoro. Basteranno? Il rischio, in caso contrario, è di trovarsi senza entrate sufficienti a coprire le spese base. Da agosto infatti inizierà concretamente la cancellazione del reddito di cittadinanza. Secondo le prime stime potrebbero essere oltre 600 mila i beneficiari coinvolti dalla prima fase di smantellamento del RdC. Quali saranno gli effetti sull’economia e sul mondo del lavoro?

Manifestazioni contro la cancellazione del reddito di cittadinanza: in piazza in tutta Italia

Intanto da nord a sud assistiamo in queste settimane a manifestazioni in difesa del reddito di cittadinanza.

I beneficiari (o anche più in generale qualche favorevole al sussidio pur non usufruendone personalmente) chiedono al governo di fare un passo indietro rispetto alla decisione che lascerebbe molte famiglie senza questa entrata salvagente. Diversi i cortei organizzati dalla sigle sindacali. Basteranno a mettere in discussione la volontà dell’esecutivo. Quest’ultimo non sembra intenzionato a fare un passo indietro. Il compromesso prevede il vaglio di misure alternative che però, a ben vedere, già esistevano. Nulla di nuovo all’orizzonte.