La rottamazione delle cartelle è ripartita. Nuova opportunità per i contribuenti di fare pace con il Fisco. E sarà una rottamazione migliore rispetto a quelle precedenti. La rottamazione quater sarà almeno da due punti di vista migliore della ter. Anche sulle questioni di decadenza.

“Gentile redazione, sono interessato alla rottamazione delle cartelle e in base a quello che ho sentito sulle precisazioni dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, si tratta di un provvedimento che ha delle anomalie evidenti e delle difficoltà sugli importi.

Ma che è meno rigido per chi ha difficoltà e magari casca nella decadenza dalla sanatoria. Mi sapete dire cosa cambia rispetto alla vecchia rottamazione ter?”

La nuova rottamazione delle cartelle e le similitudini con le precedenti edizioni

Oramai da giorni sono arrivate le prime illustrazioni sul funzionamento delle sanatorie delle cartelle introdotte dal nuovo Governo Meloni. L’Agenzia delle Entrate Riscossione ha prodotto alcuni chiarimenti, anche se sicuramente ne arriveranno altri visto il numero di istituti e misure introdotti nelle cosiddetta tregua fiscale della nuova Legge di Bilancio 2023.Infatti la rottamazione quater è solo una delle misure introdotte dalla Legge n° 197 del 2022, cioè dalla Manovra finanziaria del Governo. La rottamazione delle cartelle non ha particolari differenze di struttura rispetto alle precedenti.

Ormai la struttura della rottamazione sembra del tutto consolidata e diventata prassi. Le cartelle vengono scontate di interessi e sanzioni e si possono pagare a rate. Il contribuente deve presentare richiesta entro il 30 aprile 2023 sfruttando la procedura telematica disponibile sul portale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Nella domanda ogni contribuente deve inserire tutte le cartelle a suo nome che intende rottamare. Deve prendere il numero di riferimento della cartella e inserirla nell’istanza.

La decadenza e una maggiore flessibilità per i contribuenti

Il meccanismo della rottamazione può essere riassunto in questo schema:

  • entro il 30 aprile la domanda da parte del contribuente con l’indicazione di ogni cartella interessata;
  • entro il 30 giugno l’ADER risponderà con l’ok alla rottamazione, sia totale e per tutte le cartelle che parziale, escludendo quelle non rottamabili ma inserite dal contribuente nella domanda.

A pratica accettata, ecco che si apre al pagamento.

Il contribuente che ha scelto di pagare in unica soluzione deve versare tutto entro il 31 luglio 2023. Chi invece ha chiesto le rate, dovrà seguire il piano di dilazione concesso dall’ADER. Infatti è il contribuente che nella sua istanza deve scegliere il numero di rate con cui pagare il debito. Massimo 18 rate sono quelle che l’ADER può concedere. Se il piano è stato approvato, il calendario dei pagamenti è il seguente:

  • 31 luglio 2023;
  • 30 novembre 2023;
  • 28 febbraio 2024;
  • 31 maggio 2024;
  • 31 luglio 2024;
  • 30 novembre 2024;
  • 28 febbraio 2025;
  • 31 maggio 2025;
  • 31 luglio 2025;
  • 30 novembre 2025;
  • 28 febbraio 2026;
  • 31 maggio 2026;
  • 31 luglio 2026;
  • 30 novembre 2026;
  • 28 febbraio 2027;
  • 31 maggio 2027;
  • 31 luglio 2027;
  • 30 novembre 2027.

Nelle prime due rate, quelle del 2023 va pagato il 20% del debito complessivo, con due rate pari al 10% cadauna. Nelle altre rate, tutte di uguale importo la restante parte del debito. Le scadenze sono improrogabili, anche se c’è la soglia di 5 giorni come salvaguardia. In pratica non succede nulla se si paga entro 5 giorni dalla scadenza di una singola rata. Si decade dal beneficio però non pagando per tempo anche una sola delle 18 rate.

Dalla rottamazione alla rateizzazione delle cartelle, ecco come fare

Per quanto detto prima è del tutto evidente he ci saranno senza dubbio contribuenti che avranno a che fare con rate di importi rilevanti. Soprattutto le prime due che devono essere pari al 20% del debito totale. E rate troppo alte come importo possono mettere in difficoltà il contribuente che rischia di non poter pagare. E quindi di decadere dal beneficio della sanatoria. Ma è proprio su questo aspetto che va registrata una delle migliorie maggiori che la rottamazione quater presenta rispetto alla rottamazione ter o precedenti.

Infatti oltre a essere una rottamazione più profonda come periodo di copertura rispetto alle precedenti (le cartelle da rottamare sono tutte quelle tra il 1°gennaio 2000 ed il 30 giugno 2022), è meno rigida per chi non paga.

La decadenza resta una spada di Damocle sulla testa di chi ha difficoltà economiche nei pagamenti. Ma va detto che nel caso di mancato pagamento, o di insufficiente o tardivo versamento, della rata unica o di una di quelle del piano dilazionatorio, si decade dal beneficio, ma non ci sono ulteriori effetti come invece accadeva con la rottamazione ter. Il contribuente indebitato che non pagale rate entro le scadenze prefissate dal piano dilazionatorio, l’effetto è che il debito ritorna al lordo degli sconti offerti con la rottamazione. Naturalmente, per chi ha pagato qualche rata, al netto delle rate già versate che verranno considerate acconti. Ma lo stesso contribuente potrà richiedere la rateizzazione ordinaria.

A volte meglio la rateizzazione ordinaria

Ricapitolando, a differenza della rottamazione ter e di quelle ancora precedenti, chi decade dalla rottamazione quater potrà chiedere il piano di rateizzazione ordinario. Nessuna preclusione alle rate ordinarie per chi non ha potuto onorare l’impegno preso con la rottamazione. Proprio l’ADER ha specificato nel dettaglio che diversamente da quanto avvenuto nella disciplina relativa alle precedenti rottamazioni e al saldo e stralcio, nella rottamazione quater non sono contenute disposizioni che inibiscono la presentazione di una richiesta di rateazione per i carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022, per i quali il debitore dovesse incorrere nella decadenza dalla rottamazione quater. E chi ha già pagato alcune rate, ciò che è stato versato finirà con l’essere sottratto dal debito residuo.

C’è pure da considerare che nel caso in cui un contribuente non abbia potuto far fronte alle rate della rottamazione per evidenze relative agli importi delle rate, potrà comunque godere del vantaggio delle rate ordinarie. Che sono mensili e non trimestrali, e che possono arrivare a 10 anni e non soltanto al 2027 come le rate della rottamazione.

Certo, si perde lo sconto su sanzioni e interessi per ritardata iscrizione a ruolo, ma si evita di dover rimborsare tutto il debito in unica soluzione. O di imbattersi nelle procedure di esecuzione forzata che l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha dimostrato di poter ben avviare con i decaduti dalle precedenti rottamazioni.