L’INPS avverte i percettori della NASPI. Se questi vogliono essere rimessi al pagamento devono affrettarsi ad inviare la dichiarazione del reddito presunto per il 2023. Un comunicazione che andava fatta entro il 31 gennaio 2023.

Ma andiamo con ordine.

La NASPI, ricordiamo, è una indennità mensile di disoccupazione, istituita dal 2015 in sostituzione delle precedenti prestazioni di disoccupazione denominate ASpI e MiniASpI.

Spetta, dietro domanda da farsi all’INPS, ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perduto involontariamente l’occupazione, compresi:

  • apprendisti
  • soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative
  • personale artistico con rapporto di lavoro subordinato
  • dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.

Dal 1° gennaio la NASPI spetta anche agli operai agricoli a tempo indeterminato dipendenti dalle cooperative e loro consorzi.

Le causa di decadenza dalla prestazione

Come detto, chi ha diritto alla NASPI deve fare domanda all’INPS. La prestazione si concretizza in una indennità mensile. L’importo e la durata variano a seconda dei casi.

Tuttavia, occorre prestare attenzione alle cause di decadenza. In particolare si può perdere la NASPI quando il precettore si trova in uno dei seguenti casi:

  • perde lo stato di disoccupazione
  • inizia un’attività di lavoro subordinato, di durata superiore a sei mesi o a tempo indeterminato senza comunicare all’INPS il reddito presunto che ne deriva entro il termine di un mese dall’inizio del rapporto di lavoro o dalla data di presentazione della domanda se il rapporto lavorativo era preesistente alla domanda medesima
  • non comunica, entro un mese dalla domanda della NASPI, il reddito annuo che presume di trarre da uno o più rapporti di lavoro subordinato part-time rimasti in essere all’atto di presentazione della domanda di NASpI conseguente alla cessazione di altro rapporto di lavoro di cui era titolare
  • inizia un’attività lavorativa autonoma o parasubordinata senza comunicare all’INPS il reddito annuo presunto entro un mese dal suo inizio o dalla data di presentazione della domanda se l’attività lavorativa autonoma o l’iscrizione alla Gestione Separata era preesistente alla domanda stessa
  • raggiunge i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato
  • acquisisce il diritto all’assegno ordinario di invalidità e non opta per l’indennità NASPI
  • non partecipa, in assenza di giustificato motivo, alle iniziative di orientamento predisposte dai centri per l’impiego.

Vedi anche quando la NASPI può essere bloccata per mancata sottoscrizione DID e GOL o per la gestione separata.

Chi non comunica il reddito presunto perde la NASPI, il messaggio urgente INPS

Dunque, tra le cause di decadenza dalla NASPI rientra anche la mancata presentazione all’INPS del reddito presunto nei casi di cui al secondo e terzo punto del paragrafo precedente.

E proprio con riferimento a questo adempimento, l’INPS nel Messaggio n. 790 del 23 febbraio 2023, ha voluto informare che

per le prestazioni di disoccupazione NASPI in corso di fruizione, in riferimento alle quali durante l’anno 2022 è stata effettuata la dichiarazione relativa al reddito annuo presunto, è necessario comunicare il reddito presunto riferito al corrente anno 2023.

Considerando che la citata comunicazione era da farsi entro il 31 gennaio 2023, quindi, si esortano i soggetti interessati a provvedervi con urgenza così da per poter riemettere in pagamento la NASPI la cui erogazione, per tale motivo, è stata “sospesa”.