Potrebbe esserci un’uscita anticipata per il bonus 110. Infatti, le parole di Draghi sul 110, hanno creato un certo allarmismo sia tra le imprese che tra i contribuenti. La confusione è massima, si passa dalle misure volte a favorire la circolazione dei crediti edilizi, vedi la possibilità della 4° cessione, alle dichiarazioni di Draghi che invece vanno proprio in senso opposto.

Ciò che è certo è che l’uscita di Draghi non ci voleva soprattuto in questo momento delicato.

A pagarne le spese saranno soprattutto le imprese sempre più titubanti a prendere nuovi lavori con lo scoglio della successiva cessione del credito.

Ecco perchè si potrebbe dire addio al superbonus già dal 2023.

Superbonus 110. La situazione attuale sulle scadenze

Stando alle norme attualmente in essere,  il superbonus per gli edifici e le villette unifamiliari spetta: per le spese pagate fino al 31 dicembre 2022, rispetto al precedente termine del 30 giugno 2022.

La proroga opera solo se alla data del 30 settembre 2022 sono stati effettuati lavori per almeno il 30 per cento dell’intervento complessivo. Se entro il 30 settembre non viene raggiunto un SAL di almeno il 30% la proroga non spetta. Il Sal andrà verificato a Settembre.

Per gli interventi effettuati dai condomini e dalle persone fisiche su edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate (anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche), la detrazione bonus 110 spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025.

Tuttavia, la detrazione, a partire dal 1° gennaio 2024 viene ridotta al:

  • 70 per cento per le spese sostenute nell’anno 2024;
  • 65 per cento per quelle sostenute nell’anno 2025.

Draghi e il 110. E’ guerra aperta

Come detto in premessa, le parole di Draghi sul 110, hanno creato un certo allarmismo sia tra le imprese che tra i contribuenti. La confusione è massima, si passa dalle misure volte a favorire la circolazione dei crediti edilizi, vedi la possibilità della 4° cessione, alle dichiarazioni di Draghi che invece vanno proprio in senso opposto.

Queste le dichiarazioni del Premier nel corso seduta plenaria del Parlamento UE, a Strasburgo:

Possiamo non essere d’accordo sul Superbonus al 110%, e non siamo d’accordo sulla validità di questo provvedimento. Il costo di efficientamento è più che triplicato grazie ai provvedimenti del 110%, i prezzi degli investimenti necessari per le ristrutturazione sono più che triplicati perché il 110% di per sé toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo”, ha spiegato motivando la sua affermazione.

Addio al superbonus nel 2023?

Sicuramente il clima all’interno del Governo non sarà dei migliori da qui ai prossimi mesi. Con M5S e Lega a difendere il bonus 110 e Draghi invece che vorrebbe la sua abrogazione o comunque la semplice conferma della detrazione. Facendo cadere le opzioni di sconto in fattura e cessione del credito.

Da qui, è lecito chiedersi se il bonus 110 avrà operatività anche nel 2023.

Stando alle nome attuali si. Almeno per i lavori condominiali. Però non si conoscono ancora quelli che saranno i possibili scenari da qui in avanti.