Perché andare in pensione prima con le anticipate prevede il completamento del periodo di Naspi spettante? Una domanda lecita questa, dal momento che esiste una misura che consente di prendere una pensione subito e senza limiti di età, ma solo dopo la disoccupazione indennizzata dell’INPS. La misura è nota ai più e si chiama quota 41. Ma è la quota 41 precoci, che non è destinata a tutti i lavoratori. Il connubio tra la disoccupazione indennizzata INPS e quota 41 è collegato al fatto che questa misura, tra i suoi beneficiari conta anche i disoccupati.

E dopo la Naspi la pensione a tutte le età per chi ha iniziato a lavorare presto è più di una semplice possibilità. 

“Buongiorno, sono un lavoratore del settore legno e sughero e lavoro sui divani da una vita. Infatti a novembre avrò completato 41 anni di contributi versati. Sono nato nel 1960 e questi 41 anni di contributi sono tutti da operaio, tranne un anno di disoccupazione nel 2004 e l’anno del servizio militare che ho già provveduto a riscattare. Potrei avere diritto alla quota 41 per i precoci visto che ho più di un anno di contributi versati prima dei 19 anni di età?” 

Quota 41 per tutti è solo un’ipotesi, ma per alcuni precoci la misura è in vigore 

Anche se comunemente si parla di quota 41 per tutti, bisogna ricordare che questa misura è soltanto un’ipotesi figlia di alcune proposte di alcuni schieramenti politici in vista delle prossime elezioni politiche del 25 settembre o da parte dei sindacati. Non esiste una quota 41 aperta a tutti i lavoratori come quella tanto agognata. Non esiste una sorta di pensione anticipata alternativa a quella ordinaria che ha nei 42 anni e 10 mesi di contributi versati il limite per i maschi. La misura per i precoci fa ormai parte in pianta stabile dell’ordinamento dal momento che ormai è strutturale. Non c’è scadenza, e anche nel 2023 la misura potrà essere percepita da chi ha i requisiti prescritti.

Ma si tratta di una misura limitata oltre che ai precoci, anche a quattro determinate categorie. 

Tutti i requisiti per la pensione con quota 41 nel 2022 e 2023 

Non è una misura destinata alla generalità dei lavoratori questa quota 41 per i precoci. È necessario infatti appartenere a determinate categorie che sono:  

  • Invalidi con il 74% almeno di disabilità accertata; 
  • Caregivers che assistono da almeno 6 mesi familiari conviventi disabili con almeno il 74% di disabilità accertata; 
  • Disoccupati che da tre mesi hanno terminato di percepire la Naspi per l’intera sua durata; 
  • Lavoratori che svolgono un’attività gravosa te le 15 previste.  

Dal punto di vista dei requisiti invece servono: 

  • 41 anni di contributi versati; 
  • 35 anni di contributi effettivi versati; 
  • Un anno di versamenti prima del compimento dei 19 anni di età. 

 

La disoccupazione INPS e poi la quota 41 per la pensione
 

Il nostro lettore potrebbe avere diritto alla quota 41. Usiamo il condizionale per carenza di informazioni. L’unica cosa che appare certa è che non ha diritto alla quota 41 in qualità di lavoro gravoso. Tra le 15 categorie infatti non ci sono gli operai del settore legno e sughero. Le altre tre alternative invece potrebbero essere utili. Se ha una disabilità certificata INPS di almeno il 74% per esempio. Oppure se da almeno 6 mesi assiste coniuge o un altro parente stretto che a sua volta è disabile almeno al 74%. Non avendo queste informazioni, e non avendo detto nulla al riguardo il nostro lettore, è probabile che queste caratteristiche manchino. L’ipotesi più facile da suggerire passa dalla Naspi. Ma di fatto il nostro lettore si trova in una situazione assai particolare, che rende questa opzione poco opportuna.  

La Naspi, la fruizione dei 24 mesi e i 3 mesi di tempo per presentare domanda 

Per poter percepire la quota 41 per i precoci il disoccupato non ha altra via che completare tutti i mesi di fruizione della Naspi.

Il nostro lettore potrebbe scegliere questa via, facendosi licenziare e mettendosi in disoccupazione. Per la quota 41 dovrebbe completare tutti i 24 mesi di Naspi spettanti. È evidente che è una soluzione che potrebbe essere utile solo se ormai stanco di lavorare e desideroso di interrompere la lunga carriera. Infatti con i 2 anni di Naspi spettanti il lavoratore, alla loro scadenza, si troverebbe a vedere nella quota 41 una misura praticamente inutile. Con i due anni di attesa con la fruizione della Naspi, supererebbe i 42 anni e 10 mesi di contributi versati per la pensione anticipata ordinaria. In pratica, potrebbe andare in pensione coi requisiti ordinari e non con la quota 41. Resta il fatto comunque che per poter percepire la quota 41 un disoccupato deve prima di tutto completare tutta la Naspi. Oltretutto, la domanda di quota 41 come precoce deve essere fatta decorsi 3 mesi dall’ultima rata di Naspi percepita. E la decorrenza della prestazione è posticipata di ulteriori 3 mesi per via della finestra mobile prevista.