Ancora in alto mare la riforma pensioni, si punta ad un’opzione donna strutturale ed alla pensione con 64 anni di età per gli uomini con sistema contributivo.

Oggi opzione donna permette un’uscita anticipata dal mondo del lavoro con 35 anni di contribuzione ed un’età anagrafica al di sotto dei 60 anni. Prevista anche la possibilità di andare in pensione a 64 anni con almeno 20 anni di contributi.

Verso Opzione donna strutturale

Con opzione donna, prorogata dalla legge di bilancio 2022, ancora per un altro anno, il legislatore ammette la possibilità di pensionamento anticipato con 35 anni di anzianità contributiva e un’età anagrafica pari o superiore a:

  • 58 anni (per le lavoratrici dipendenti)
  • 59 anni (per le lavoratrici autonome).

Tali condizioni devono essere verificate al 31 dicembre 2021.

Nella riforma pensioni, i sindacati spingono verso un’Opzione donna strutturale (quindi per sempre e non come misura da prorogare anno dopo anno). Il sistema, comunque, comporta una penalizzazione. Il calcolo dell’assegno pensionistico avviene esclusivamente con il sistema contributivo. In termini monetari, ciò si traduce in una pensione mensile ridotta (anche del 30%) rispetto all’ordinaria pensione anticipata.

Una pensione a 64 anni

Si spinge anche verso una pensione a 64 anni ma con il solo sistema di calcolo contributivo. Quindi, anche in tal caso penalizzazioni sull’assegno pensionistico mensile.

In realtà oggi la possibilità di andare in pensione a 64 anni già esiste. C’è quota 102, che permette il pensionamento anticipato a chi nel 2022 matura 38 anni di contributi e 64 anni di età. C’è poi la pensione con 64 anni di età e 20 anni di anzianità contributiva. In tal caso l’assegno non deve essere inferiore a 2,8 volte il trattamento minimo di pensione (quindi, non inferiore a 1.310 euro).

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