Se l’azienda interrompe l’attività o chiude per l’emergenza coronavirus, anche se il decreto cura Italia vieta il licenziamento per motivi economici, di fatto si rischia di restare a casa senza lavoro. Anche per questo per il 2020 in via eccezionale è stato prorogato il termine per presentare domanda di Naspi. Le nuove tempistiche valgono per le richieste presentate dal 1° gennaio 2020 (e sarà riconosciuta per tutto l’anno in corso). Di conseguenza si apre la possibilità di riesame di alcune domande di indennità Naspi presentate da inizio anno e respinte.

Non tutte attenzione: vediamo quali.

Domande Naspi 2020: quali saranno riesaminate d’ufficio

Non saranno riesaminate le domande Naspi respinte per mancanza di requisiti. Se il diritto non sussiste non ci saranno cambiamenti per il richiedenti. Se però la domanda Naspi 2020 era stata rifiutata perché presentata oltre il termine di 68 giorni (ma entro la nuova scadenza di 128 giorni) allora l’istanza sarà riesaminata d’ufficio. Il decreto cura Italia, infatti, ha concesso 60 giorni di tempo in più per fare richiesta dell’indennità di disoccupazione. Il conteggio decorre dalla data in cui è terminato involontariamente il rapporto di lavoro. Presentare la domanda entro il termine originario ha comunque un vantaggio: se la richiesta viene fatta nei 60 giorni oggetto di proroga, infatti, la prestazione decorrerà dal sessantottesimo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro.

E’ stato prorogato di ulteriori 60 giorni anche il termine per la comunicazione del reddito annuo presunto da parte dei beneficiari di Naspi e Dis-coll che svolgono un’attività lavorativa autonoma, subordinata o parasubordinata.

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