Una delle cause dell’addebito del divorzio può essere il tradimento, ma solo qualora  esso sia stato la causa della rottura del rapporto matrimoniale.

Quando uno dei due coniugi vuole addossare la colpa della fine del matrimonio al tradimento dell’altro, deve fare in modo di provare l’infedeltà. L’addebito per adulterio, secondo l’orientamento della giurisprudenza si ottiene, però, quando si riesce a dimostrare che proprio il tradimento sia stato la causa che ha scatenato la fine del rapporto della coppia.

L’infedeltà, quindi,  è valida per l’addebito solo se la coppia non era già in crisi, poichè se così fosse l’adulterio non sarebbe la causa del divorzio ma solo una sua conseguenza. Nel caso, quindi, il tradimento sia una conseguenza della crisi, esso non può essere condannato; secondo la giurisprudenza, infatti, è lecito tradire se la coppia è già in crisi per intollerabilità o per qualsiasi altro motivo.

Addebito divorzio: a cosa serve?

Il coniuge che cerca di dimostrare il tradimento dell’altro non serve a null’altro che ad evitare  che il coniuge adultero, se quello con il reddito più basso, possa chiedere l’assegno di mantenimento.

Vediamo quindi, quali sono le reali conseguenze dell’addebito e dell’infedeltà:

il coniuge che subisce l’addebito del divorzio per infedeltà non può chiedere il mantenimento all’alro ed inoltre il coniuge riconosciuto colpevole di tradimento e che subisce l’addebito, nel caso l’ex coniuge muoia nel periodo che va dalla separazione e il divorzio, non può ereditare i beni dell’altro.

Tradimento: cosa serve per l’addebito?

Il coniuge che richiede l’addebito per tradimento deve dimostrare che la separazione sia avvenuta esclusivamente per il tradimento dell’altro. Il tradimento, quindi, deve essere la causa scatenante della crisi matrimoniale che ha portato alla separazione. Il coniuge tradito, quindi, non deve dimostrare solo l’infedeltà dell’altro ma anche che il tradimento abbia reso intollerabile la prosecuzione della convivenza.

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