Anche nel 2023 sarà possibile andare in pensione con Ape Sociale se si è perso il lavoro. La proroga dell’anticipo pensionistico è confermata dal governo per altri 12 mesi, senza modifiche rispetto al 2022. Riguarda, fra gli altri beneficairi, anche i disoccupati.

Ape Sociale – ricordiamo – non è una vera e propria pensione, ma uno scivolo che accompagna alla pensione. E’ valido anche per tutto il 2023. Destinatari, fra gli altri, sono tutti coloro che versano in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento (anche collettivo), dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.

Ape Sociale per disoccupati

Per accedere ad Ape Sociale come disoccupato occorre possedere i seguenti requisiti:

  • 63 anni di età;
  • 30 anni di contribuzione;
  • stato di disoccupazione.

Dal 2018 rientrano in questa fattispecie (disoccupati) anche i lavoratori che hanno cessato o cesseranno il rapporto di lavoro al termine di un contratto a tempo determinato, se non è rinnovato.

Il beneficio legato ad Ape Sociale (assegno mensile per 12 mesi per un importo massimo di 1.500 euro) non è però automatico. E’ necessario che il lavoratore a termine nei precedenti 36 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro abbia lavorato come dipendente per almeno 18 mesi.

Requisito indispensabile, inoltre, per poter presentare domanda di Ape Sociale è quello di possedere almeno 63 anni di età e 30 anni di contributi al momento della domanda all’Inps. Per le lavoratrici è prevista una riduzione dei requisiti contributivi pari a 12 mesi per ciascun figlio nel limite massimo di 2 anni.

Importo e durata dello scivolo

Posto che una persona, rimasta senza lavoro, disponga di tutti i requisiti di cui sopra, vediamo come funziona Ape Sociale. L’indennità decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda ed è calcolata sulla base della contribuzione versata e dell’anzianità angrafica del richiedente. Si può quindi andare in pensione anche dopo i 63 anni di età.

In pratica è come se fosse liquidata una pensione provvisoria.

L’indennità economica prevista per Ape Sociale è quindi corrisposta mensilmente, ma senza tredicesima, e ha un tetto massimo di 1.500 euro lordi mensili. L’importo non è rivalutato, né integrato al trattamento minimo, qualora sorgesse il diritto. Nemmeno sono riconosciuti contributi figurativi durante il periodo di godimento a valere sulla futura pensione.

Infine, durante il periodo di godimento dell’Ape Sociale il beneficiario non può percepire altri trattamenti diretti previdenziali, né conseguire redditi da lavoro, se non al di sotto di 4.800 euro lordi all’anno.