Il lavoratore che dà le dimissioni è tenuto a rispettare un periodo di preavviso, la cui durata varia in base a quanto previsto dal contratto e al tipo di mansioni (anzianità di servizio e inquadramento), che serve a dare al datore di lavoro il tempo per formare una nuova risorsa.

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Dimissioni immediate: quanto si deve “pagare”

Può accadere però che il lavoratore abbia esigenza di prestare servizio nel nuovo posto di lavoro immediatamente o che, per ragioni diverse, non possa dare preavviso.

In questo caso è prevista una sorta di indennizzo per il datore di lavoro, tecnicamente “indennità di mancato preavviso”.

A nulla serve in quest’ottica far valere eventuali ferie o permessi non usufruiti: questi al massimo servono a prorogare il periodo di preavviso per sospensione ma non fanno venire meno l’obbligo di risarcimento.

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Dimissioni senza preavviso: ecco quando

E’ il datore di lavoro che può decidere di rinunciare al preavviso per il periodo di ferie o permessi non goduti o parte di essi.

Altri fattispecie di dimissioni immediate senza indennità sono:
dimissioni per giusta causa;
-dimissioni per il periodo di maternità e paternità;
-dimissioni durante la gravidanza;
-dimissioni per matrimonio;
-dimissioni in cambio di incentivo economico.