Quali conseguenze comportano le dimissioni senza preavviso? Il lavoratore che si licenzia in tronco, magari spinto in questo periodo dalla voglia di mollare tutto e lanciarsi a capofitto nelle ferie estive, è soggetto al pagamento di indennizzi? In linea di massima si ma ci sono delle eccezioni e delle regole da considerare.

Per aggiornamenti sul tema leggi anche: Dimissioni e licenziamento, tutte le novità del 2017

Perché è giusto indennizzare il datore di lavoro in caso di dimissioni senza preavviso?

Spesso si parla delle conseguenze del licenziamento in tronco in danno al lavoratore (con eventuale diritto al reintegro) mentre meno di frequente ci si sofferma sull’altro lato della medaglia, ovvero le dimissioni senza preavviso.

Anche il datore di lavoro infatti ha diritto ad avere il tempo di organizzarsi e sostituire l’assenza del dipendente che si dimette. In caso contrario il datore di lavoro ha diritto ad un indennizzo pari ai giorni di preavviso non dati tramite trattenuta in busta paga dell’indennità.

Leggi anche: Posso scalare i giorni di ferie dal periodo di preavviso?

Dimissioni senza preavviso, quando sono ammesse senza indennizzo

C’è una grande differenza tra dimissioni e licenziamento: le prime non richiedono una particolare motivazione. Tuttavia il preavviso è previsto a garanzia dell’organizzazione aziendale. Ma quanti giorni prima bisogna comunicare la volontà di dimissioni?
Il periodo varia in base a tre elementi: il tipo di contratto, l’anzianità di servizio e l’inquadramento.

Come per il licenziamento in tronco, ci sono delle fattispecie che, per particolare gravità o per circostanze delicate, autorizzano le dimissioni senza preavviso.

Più nello specifico:
– dimissioni per giusta causa;
– dimissioni durante maternità o paternità;
– dimissioni in gravidanza e fino a tre anni di vita del bambino;
– dimissioni per matrimonio;
– dimissioni incentivate.

Per un approfondimento sui casi di dimissioni senza preavviso leggi anche l’articolo a questo link.