L’Italia è uno dei Paesi Ue dove insiste meno il contrabbando di sigarette. La pandemia ne ha rallentato l’attività illecita che sta però riprendendo con la fine dei lockdown e l’allentamento delle misure restrittive.

Il rallentamento del contrabbando è però dovuto anche a fattori di sconvenienza per i trafficanti. Ultimamente si assiste infatti a un cambiamento radicale nell’ambito dei tradizionali traffici illeciti finalizzati all’evasione fiscale. Il riferimento principale è oggi al contrabbando e alle frodi di carburanti piuttosto che di tabacchi.

Diminuisce il contrabbando di sigarette

Negli ultimi tempi, l’Italia ha registrato una significativa diminuzione del numero di sigarette di contrabbando rispetto al 2018. Da 5,5 passa a 3,9 ogni 100 sigarette, dato più basso degli ultimi anni, portando il nostro Paese al 23° posto tra gli Stati europei. Al primo posto per contrabbando di bionde c’è la Grecia, con più di 22 sigarette illecite ogni 100 fumate, seguita da Irlanda e Lituania con più di 17 sigarette illecite ogni 100 fumate.

Tuttavia, a parte la ripresa prevista a seguito della pandemia, il contrabbando di sigarette – spiega una nota della Guardia di Finanza – sta già oggi ampliando il suo raggio di azione per via della crescita dei prodotti di nuova generazione.

Italia al 23 esimo posto

Si tratta in particolare di contrabbando di sigarette a tabacco riscaldato ed elettroniche, anche sul mercato dell’illecito. Basti pensare che 4 fumatori su 10 acquistano liquidi per sigarette elettroniche da rivenditori non autorizzati.

È quanto emerge dal report “Il commercio illecito di prodotti del tabacco e sigarette elettroniche in Italia. Tra vie tradizionali e piattaforme online, nell’anno della pandemia un fenomeno in evoluzione“. Realizzato da Intellegit, start-up sulla sicurezza dell’Università degli Studi di Trento, con il contributo di British American Tobacco (BAT) Italia.

Anche se si è registrato un decremento del fenomeno e attualmente l’Italia si pone al di sotto del consumo illecito della maggior parte degli altri Stati europei, il contrabbando di sigarette resta un fenomeno criminale di portata anche transnazionale.

Evasione fiscale, cambiano gli interessi

Come osserva la GdF si registra oggi uno spostamento degli interessi dal settore dei tabacchi al commercio internazionale di prodotti petroliferi. Un cambiamento di interessi criminali che si realizza spesso con il coinvolgimento di studi professionali e società di comodo basate in Italia e all’estero.

I guadagni in questo campo sono decisamente superiori a quelli realizzati nei tabacchi. Sui prodotti petroliferi, infatti, le imposte e accise sono più pesanti nel complesso che sulle sigarette e quindi i “guadagni” sono maggiori.

A tracciare il quadro della situazione è il comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, durante una recente audizione presso la Commissione Antimafia. Il militare ha precisato che

l’analisi dei dati investigativi, sovente, ha consentito di rilevare la presenza di una regia strutturata della criminalità organizzata. Essa, da un lato, realizza ingenti profitti grazie all’evasione fiscale dell’iva e delle accise sui carburanti per autotrazione. Dall’altro, reimpiega i proventi illeciti nell’acquisizione di depositi di stoccaggio e di impianti di distribuzione stradale. Si tratta principalmente di strutture della logistica petrolifera e di distributori senza logo”.