La pubblicazione a soli due giorni lavorativi dalla scadenza del 30 giugno 2021 (in cui cade il saldo imposte 2020 e primo acconto 2021 per i soggetti non interessati dalla proroga) della Circolare n. 7/E del 2021 da parte dell’Agenzia delle Entrate, fa storcere il naso all’ANC (Associazione Nazionale Commercialisti).

Indicazioni operative dell’Agenzia delle Entrate per la dichiarazione redditi 2021

Il menzionato documento di prassi, pubblicato il 25 giugno 2021, rappresenta un valido strumento per i contribuenti e per gli operatori del settore (commercialisti, CAF, ecc.) ai fini della predisposizione della dichiarazione dei redditi 2021 (anno d’imposta 2020) delle persone fisiche e per la liquidazione delle relative imposte.

La circolare, infatti, richiama i documenti di prassi da ritenersi ancora attuali e fornisce chiarimenti non solo alla luce delle modifiche normative intervenute, ma anche delle risposte ai quesiti posti dai contribuenti in sede di interpello o di consulenza giuridica o dai CAF e dai professionisti abilitati per le questioni affrontate in sede di assistenza.

Si tratta, dunque, di una raccolta dei principali documenti di prassi relativi alle spese che danno diritto a deduzioni dal reddito, detrazioni d’imposta, crediti d’imposta e altri elementi rilevanti per la compilazione della dichiarazione dei redditi delle persone fisiche.

Contiene, inoltre, l’elenco dettagliato ed esaustivo della documentazione, comprese le dichiarazioni sostitutive, che i contribuenti devono esibire e che i CAF o i professionisti abilitati devono verificare, al fine dell’apposizione del visto di conformità, e conservare.

Dichiarazione redditi 2021: per l’ANC la circolare Agenzia delle Entrate è in ritardo

Il documento si compone di circa 539 pagine e, come anticipato, il ritardo nella pubblicazione a ridosso della scadenza del 30 giugno 2021, e con una campagna dichiarativa già avviata, fa alzare la voce (come da comunicato stampa del 28 giugno 2021) al Presidente dell’ANC, Marco Cuchel, per il quale si tratta ancora una volta di un

totale spregio del lavoro dei professionisti, i cui studi, in questi mesi, sono sottoposti a un carico di lavoro abnorme, e anziché poter fare affidamento su informazioni chiare e tempestive, devono scontare i ritardi cronici di una Pubblica Amministrazione del tutto incurante delle conseguenze che i suoi ritardi determinano non solo nei confronti del lavoro degli intermediari ma degli stessi cittadini.

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