La campagna dichiarativa 2022 è già iniziata. All’appello manca solo la dichiarazione dei redditi precompilata, 730 e modello Redditi, che sarà messa a disposizione dell’Agenzia delle entrate a partire dal 23 maggio.

Detto ciò, cosa succede se il contribuente omette di presentare la dichiarazione dei redditi?

In alcuni casi, l’omessa dichiarazione può comportare anche dei risvolti in ambito penale. Il ravvedimento operoso, se ammesso, potrebbe rappresentare un’esimente rispetto al reato di omessa dichiarazione?

Tale aspetto è stato analizzato dall’Agenzia delle entrate con la circolare n° 11/E 2022.

L’omissione della dichiarazione dei redditi

Superati i 90 giorni dal termine di presentazione ordinario della dichiarazione dei redditi, la dichiarazione è considerata omessa. Nonostante la dichiarazione omessa non possa essere oggetto di ravvedimento, con imposte versate, la sanzione amministrativa può essere ridotta.

L’omessa dichiarazione può avere anche de risvolti penali.

Infatti, il D.Lgs 74/2000, all’art.5 dispone che:

è punito con la reclusione da due a cinque anni chiunque al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, non presenta, essendovi obbligato, una delle dichiarazioni relative a dette imposte, quando l’imposta evasa e’ superiore, con riferimento a taluna delle singole imposte ad euro cinquantamila.

Non vi sono risvolti penali laddove (causa di non punibilità) laddove il contribuente paga integralmente i debiti tributari, comprese sanzioni e interessi.

L’integrale pagamento del dovuto può avvenire a seguito del:

  • ravvedimento operoso o
  • della presentazione della dichiarazione omessa entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta successivo.

A tal fine però, è necessario che il contribuente non abbia avuto formale conoscenza di accessi, ispezioni, verifiche o dell’inizio di qualunque attivita’ di accertamento amministrativo o di procedimenti penali.

Quali risvolti penali? L’esimente del ravvedimento operoso

In base a quanto detto finora, non c’è reato di omessa dichiarazione anche nell’ipotesi di presentazione della
dichiarazione omessa entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta successivo.

Nel rispetto delle condizioni sopra elencate.

Attenzione però, nella circolare n°11/E 2022, l’Agenzia delle entrate ha ribadito che la dichiarazione omessa ossia quella dichiarazione presentata trascorsi 90 giorni dal termine ordinario, non può essere oggetto di ravvedimento. Infatti le sanzioni per omessa dichiarazione  non possono essere oggetto di spontanea regolarizzazione.

Da qui, se il contribuente intende bloccare gli effetti penali dell’omessa dichiarazione, deve versare le sanzioni in misura piena. Sanzioni espressamente indicate all’art.1 del D.Lgs 471/1997.

Dunque, si applica:

  • la sanzione amministrativa dal 120% al 240% dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di euro 250;
  • se non sono dovute imposte, si applica la sanzione da euro 250 a euro 1.000.

Ad ogni modo, se la dichiarazione omessa è presentata entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta successivo (in tal modo si evitano risvolti penali), si applica la:

  • sanzione dal 60% al 120% dell’imposta dovuta, con un minimo di 200 euro;
  • se non sono dovute imposte, la sanzione da pagare va da 150 a 500 euro.

Attenzione, le sanzioni appena individuate possono essere aumentate fino al doppio nei confronti dei soggetti obbligati alla tenuta di scritture contabili.

Naturalmente laddove non sono dovute imposte non si configura reato di omessa dichiarazione. Salvo ipotesi di dichiarazione fraudolenta/infedele o altre ipotesi di reato.