Forse non tutti sanno che è possibile beneficare di sconti per le spese veterinarie degli animali domestici. Si chiamano detrazioni fiscali per spese veterinarie e possono essere inserite nella dichiarazione annuale del 730 o Modello Unico beneficiando di un rimborso in percentuale sulle spese effettuate per la cura degli animali al pari di quelle sanitarie.

Così, le spese veterinarie per la cura del proprio cane o gatto possono essere detratte ai fini Irpef. Ciò vale per tutti gli animali domestici, non solo cani e gatti, ma anche conigli, uccelli e in genere tutti quelli non vietati dalla normativa vigente.

Attenzione, però, alla documentazione perché solo le fatture rilasciate dai medici veterinari e i relativi medicinali o analisi prescritti possono essere portati in detrazione. Problema che oggi si pone in maniera relativa visto che tali documenti vengono trasmessi dai professionisti direttamente all’Agenzia delle Entrate per andare a formare la dichiarazione dei redditi precompilata.

Le detrazioni per spese veterinarie

Ma entriamo nel dettaglio. La normativa fiscale prevede una detrazione Irpef del 19% sulle spese veterinarie sostenute nell’anno fino ad un importo massimo di 387,34 euro, ma con una franchigia di 129,11 euro per una detrazione massima fruibile di 49 euro. Tale limite è unico per tutte le spese veterinarie sostenute, indipendentemente dal numero di animali posseduti ed è riconducibile a un solo codice fiscale della persona dichiarante. Questo significa che se in famiglia ci sono più animali domestici e diversi contribuenti che effettuano la dichiarazione, le spese veterinarie possono essere ripartite purché l’intestazione della fattura venga intestata a diversi contribuenti.

Quali spese sono detraibili

La possibilità di portare in detrazione tali spese è limitata alle sole spese veterinarie sostenute per la cura di animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per la pratica sportiva, mentre non sono detraibili le spese per la cura di animali destinati all’allevamento, alla riproduzione o al consumo alimentare e di animali di qualunque specie allevati o detenuti nell’esercizio di attività commerciali o agricole, né in relazione ad animali utilizzati per attività illecite.

  • le spese veterinarie ammesse alla detrazione comprendono:
  • le prestazioni professionali rese dal veterinario;
  • l’acquisto di medicinali veterinari;

Le spese per analisi di laboratorio e interventi presso cliniche veterinarie. L’acquisto dei medicinali veterinari va necessariamente documentato mediante lo scontrino “parlante”, che dovrà riportare, oltre al codice fiscale del soggetto destinatario, anche la natura e la quantità dei medicinali acquistati.

Il bonus comunale per cani e gatti

In alcuni comuni d’Italia è poi possibile beneficiare di sconti sul pagamento della Tari se si adotta un cane o un gatto dal canile municipale. Si tratta di bonus che vengono erogati a discrezione del Comune mediante apposita delibera e che servono più che altro a incentivare l’adozione di cani abbandonati alleviando le spese di gestione dei canili municipali. In alcuni Comuni del Sud Italia è infatti previsto un contributo (bonus) a valere come sconto sulla Tari per i residenti che decidono di adottare un cane o un gatto. A Rose, piccolo comune in provincia di Cosenza, l’amministrazione comunale ha deciso di incentivare l’adozione di animali domestici promuovendo una campagna di sconti sulla TARI fino a 250 euro all’anno. Non essendo questa una misura incentivante gestita dallo Stato, ma per singola volontà di ogni Comune, è bene informarsi presso la propria amministrazione per sapere se esistono incentivi in tal senso.