Settembre è mese di test d’ingresso universitari, per partecipare ai quali in alcuni casi è necessario sostenere una spesa anche superiore a 100 euro, ad ogni modo, è prevista la detrazione dei test d’ingresso universitari. Infatti, la spesa sostenuta può essere scaricata dalle tasse.

La detrazione delle spese di istruzione

La detrazione delle spese universitarie è disciplinata dall’art.15 lett. e) del DPR 917/86, TUIR. Nello specifico, la spesa può essere detratta senza che sia previsto un limite max. Ciò almeno vale per le università private.

 Se si frequenta un’università privata è necessario tenere conto dei limiti fissati anno per anno dal Ministero dell’Istruzione e della Ricerca. A tal proposito, con il decreto 30 dicembre 2020, sono state individuate le spese max detraibili, in riferimento al periodo d’imposta 2020. Periodo d’imposta che sarà oggetto di dichiarazione con il 730/2020 o con il modello Redditi. Nello specifico, i limiti sono individuati: in base alle diverse aree disciplinari delle facoltà frequentate e alla zona geografica dove ha sede l’università frequentata. Per i corsi di studio tenuti presso sedi ubicate in regioni diverse rispetto a quella in cui l’università ha la sede legale, ai fini della detrazione, occorre fare riferimento all’area geografica in cui si svolge il corso.

La detrazione dei test d’ingresso

Nella circolare n° 7/E 2021, l’Agenzia delle entrate ha ribadito quelle che sono le spese universitarie detraibili. Ammettendo anche la detrazione dei test d’ingresso universitari.

Infatti, nel documento di prassi, è riportato che la detrazione spetta anche per le spese sostenute per:

  • tasse di immatricolazione ed iscrizione (anche per gli studenti fuori corso);
  • soprattasse per esami di profitto e laurea;
  • la partecipazione ai test di accesso ai corsi di laurea, eventualmente previsti dalla facoltà, in
    quanto lo svolgimento della prova di preselezione costituisce una condizione indispensabile per
    l’accesso ai corsi di istruzione universitaria (Risoluzione 11.03.2008 n. 87/E);
  • la frequenza dei Tirocini Formativi Attivi (TFA) per la formazione iniziale dei docenti istituiti, ai sensi del decreto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 10 settembre 2010, n. 249, presso le facoltà universitarie o le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica;
  • ecc.

Dunque, è possibile scaricare dalla tasse anche i costi sostenuti per i test d’ingresso universitari.

Non è previsto un costo massimo detraibile. Salvo quanto detto sopra per le università private. Ad ogni modo, anche in tale ultimo caso, i limiti di spesa sono piuttosto capienti.

Non è possibile detrarre l’acquisto di libri, materiale di cancelleria, viaggi ferroviari e le spese di vitto e alloggio.