Per l’abitazione principale è prevista la deduzione  nella dichiarazione dei redditi che permette di sottrarre al reddito complessivo la rendita catastale attribuita all’abitazione andando ad abbattere il reddito imponibile e, al tempo stesso, riducendo le imposte da pagare.

Abitazione principale: come individuarla

L’abitazione principale è intesa come l’immobile di proprietà o di altro diritto reale (uso, usufrutto, abitazione…) che il contribuente ha destinato a dimora abituale per se e per il suo nucleo familiare.

Non esiste una definizione universale per l’abitazione principale, poichè il Fisco prende quella fornita dal Codice Civile che si riferisce al concetto di residenza e non a quello di domicilio (ovvero laddove la persona ha i suoi interessi).

Per individuare l’abitazione principale è necessario che l’immobile risponda ai seguenti requisiti:

  • sia iscritto o iscrivibile al catasto
  • che in esso il contribuente abbia posto la residenza anagrafica

L’abitazione principale gode di una serie di agevolazioni fiscali tra le quali ricordiamo l’esonera dall’Irpef, dalle addizionali comunali e regionali e dal pagamento dei tributi locali quali Tasi e Imu.

Deduzione abitazione principale: a chi compete?

La deduzione per l’abitazione principale compete oltre che al proprietario anche all’usufruttuario e al titolare di un diritto di abitazione (come ad esempio il coniuge superstite o il coniuge assegnatario in caso di separazione legale).

La deduzione spetta anche nel caso che nell’immobile adibito ad abitazione principale risiedano soltanto i familiari del contribuente, ma si ricorda che tale deduzione può essere applicata ad una sola unità immobiliare (così per esempio se il contribuente possiede 2 immobili uno adibito a propria abitazione principale e uno utilizzato come abitazione principale di un familiare, il contribuente può scegliere soltanto un’immobile per il quale applicare la deduzione).