In una nota congiunta, diverse associazioni ordinistiche lamentano la totale e inaccettabile discriminazione nei loro confronti.

Nel Decreto Rilancio, che contiene una serie di provvedimenti volti ad aumentare la liquidità delle imprese, è stata “arbitrariamente” esclusa la categoria dei professionisti iscritti a casse di previdenza privata.

In particolare, Gli Ordini e i Collegi denunciano l’esclusione dalla norma che disciplina il contributo a fondo perduto a favore degli autonomi e delle imprese che nel mese di aprile 2020 abbiano registrato un calo superiore a un terzo del fatturato rispetto allo stesso mese del 2019.

L’esclusione emerge dall’ultima bozza del DL “Rilancio”, dove viene espressamente specificato che tra i soggetti esclusi del beneficio rientrano ora anche “i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria.

 

Contributo a fondo perduto, i professionisti non ci stanno

l’esclusione di tutti i professionisti ordinistici dall’accesso ai contributi a fondo perduto che emerge a sorpresa da una nuova bozza del Dl “Rilancio” è una scelta inaccettabile, che dimostra una volta di più un atteggiamento sostanzialmente punitivo della politica nei confronti di un settore determinante per il sistema economico del nostro Paese che, esattamente come tutte le altre realtà del mondo del lavoro autonomo e dipendente, sta attraversando una fase di enorme difficoltà che necessita di un sostegno concreto da parte dello Stato”, questo è quanto recentemente sostenuto In una nota congiunta firmata dal Comitato Unitario delle professioni (CUP), dalla Rete professioni tecniche (RPT) e dall’Associazione Giuristi ed Economisti insieme (AEGI) (quest’ultima guidata dal presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani), pubblicata su Press, la testata la testata ufficiale del consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.

 

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