Il governo Conte non perde tempo e vara un nuovo decreto d’urgenza per contrastare l’epidemia di coronavirus. Una disposizione che sostanzialmente riguarda i settori giustizia e sanità, per i quali non si era ancora preso provvedimenti efficaci.

Il provvedimento, proposto dai ministri della Giustizia, Alfonso Bonafede, e della Salute, Roberto Speranza, contiene norme in materia di amministrazione della giustizia che mirano ad assicurarne continuità ed efficienza, e indicazioni igienico-sanitarie fornite dal ministero della Salute anche d’intesa con le Regioni.

Giustizia

Per quanto riguarda l’amministrazione giudiziaria, le udienze dei processi sono sospese fino al 31 maggio 2020. Le udienze penali per i reati più gravi proseguiranno, invece, regolarmente compatibilmente con le misure che saranno adottate dagli uffici giudiziari per tutelare la salute pubblica nelle aule dei tribunali. Sono previste, inoltre, specifiche norme per i procedimenti dinanzi alla Corte dei Conti e per quelli dinanzi alle Commissioni Tributarie. In considerazione della necessità di riorganizzare le attività, il decreto prevede, dalla data di entrata in vigore, l’applicazione per 15 giorni del regime di sospensione feriale. Alcuni procedimenti potranno essere svolti anche in videoconferenza.

Sanità

Per quanto riguarda le novità in campo sanitario, il decreto del governo prevede un potenziamento delle risorse umane e strumentali da impiegare per la lotta contro il coronavirus. E’ prevista l’assunzione immediata per sei mesi, senza concorso, di 20.000 medici e personale sanitario da destinare alle zone più critiche. Fra questi anche medici all’ultimo anno di specializzazione universitaria. Anche i medici in pensione potranno essere richiamati in servizio per fronteggiare l’emergenza sanitaria che ha coinvolto circa 200 medici in corsia. Prevista anche la deroga all’orario massimo di lavoro per i professionisti in campo sanitario (medici, infermieri, personale ausiliario, ecc.) e il ricorso all’uso massiccio dei turni straordinari.

Sanità privata

Anche la sanità privata è chiamata a dare il proprio contributo qualora necessario.

Secondo le disposizioni del decreto legge, le Regioni sono autorizzate ad acquistare “ulteriori prestazioni” dalle strutture private che saranno anche “tenute a mettere a disposizione il personale sanitario in servizio nonché i locali e le apparecchiature per le Regioni di Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto” quando manchi il personale perché “ricoverato” o in quarantena per il contagio da Covid-19. Anche i locali e i posti letto dovranno essere resi disponibili alle Regioni che ne faranno richiesta per le zone maggiormente colpite dall’epidemia e in stato di sovraccarico.

Mascherine e respiratori

Fra le varie misure predisposte dal decreto, anche la centralizzazione dell’acquisto di materiale sanitario e, in particolare, mascherine e respiratori per i reparti di rianimazione degli ospedali. Sarà la Consip a occuparsi degli approvvigionamenti per le Regioni. Saranno acquistati anche 5.000 impianti di respirazione per le terapie intensive e sub intensive per i quali sono già stati stanziati 185 milioni di euro. Per le mascherine sono, invece, stati stanziati 50 milioni di euro.

Alberghi per quarantena

Fra le misure più drastiche per le zone più colpite dal coronavirus, anche la possibilità di requisire temporaneamente alberghi per predisporre la quarantena di persone contagiate qualora i posti negli ospedali non siano sufficienti e per isolare ulteriormente la diffusione del virus in aree ad alta densità demografica quando il periodo di isolamento non può essere trascorso a casa. Non solo, le Regioni potranno “attivare anche in deroga ai requisiti autorizzativi e di accreditamento, aree sanitarie anche temporanee sia all’interno che all’esterno di strutture di ricovero, cura, accoglienza e assistenza, pubbliche e private”.