Anche sul risparmio si combatte una partita importante alle elezioni del prossimo 25 settembre. La sinistra lo vorrebbe tassare ancora di più introducendo anche nuove patrimoniali. La destra, al contrario, lo vuole tagliare. Chi ha ragione?

Obiettivamente la giungla di tasse che soffoca il risparmio degli italiani ha prodotto in questi ultimi decenni molti danni all’economia italiana. Soprattutto perché non esiste una fiscalità uniforme in Europa. E, si sa, i capitali fanno presto a spostarsi da un Paese all’altro.

Tutte le tasse sulla finanza

Lo sa bene la famiglia Agnelli che ha spostato le sedi delle proprie società a Londra e in Olanda. Ma è solo la punta dell’iceberg. I costi che affliggono la finanza in Italia hanno prodotto una vera e propria fuga silenziosa di capitali e aziende all’estero.

Dalla tobin tax, alle imposte sulle rendite finanziarie passando per le tasse sui depositi e sui conti correnti, l’elenco è lungo. E non trova similitudini in Europa. La tobin tax, ad esempio, non è applicata in Germania, ma nemmeno in Olanda o Lussemburgo, tanto per fare un esempio.

Le imposte sulle rendite finanziarie, cioè i prelievi forzosi sugli interessi maturati da capitale, in alcuni Paesi non esistono. In altri i prelievi sono inferiori a quelli applicati dall’Italia, in altri ancora sono legati al reddito personale.

Per non parlare, poi, del prelievo forzoso che lo Stato applica, tramite le banche, ai depositi (0,2% del controvalore). Nessun risparmiatore sfugge a questa tagliola che colpisce tutti gli strumenti finanziari, compresi Buoni Fruttiferi Postali e Libretti di risparmio.

L’Abi chiede di detassare il risparmio

Così, di recente, a lanciare un grido di allarme per evitare continue fughe di capitali all’estero arriva l’Abi. L’associazione bancaria italiana ritiene cruciale detassare il risparmio per tornare ad attrarre investimenti in Italia.

Il presidente Antonio Patuelli ritiene indispensabile ridurre la pressione fiscale sugli investimenti e sul risparmio per rendere più competitivo il nostro Paese.

Molte società hanno lasciato Piazza Affari per andare all’estero e questo è un brutto segnale per la nostra economia.

La pressione fiscale è talmente elevata che anche i pensionati con rendite medio alte preferiscono fare le valigie verso Paesi europei dove le imposte sono più basse. Mantenere un elevato livello di pressione fiscale è quindi controproducente. Bisogna darci un taglio.