I medici di famiglia chiedono di poter contare su personale assistente scelto tra i beneficiari del reddito di cittadinanza. Questa, insieme all’IVA ridotta al 4% per l’acquisto di macchinari di piccola diagnostica usati negli ambulatori, sono le richieste della categoria. Si uniscono superammortamento e incentivi all’imprenditoria giovanile.

Inserire negli studi medici personale selezionato tra coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza, potrebbe servire a favorire l’occupazione e garantire al tempo stesso sgravi contributivi per il datore di lavoro.

In piena armonia con quanto prevede la fase 2 del reddito di cittadinanza.

Lo scopo è quello di essere idonei a rispondere alle esigenze professionali in divenire. Servono prima di tutto medici giovani. «L’unico modo per mantenere l’area della medicina generale attrattiva per i giovani colleghi è strutturare i microteam e dotarli di risorse – ha spiegato Silvestro Scotti, segretario Fimmg (Federazione medici di famiglia) -. Si può fare, se il medico di famiglia è trattato davvero, come lo ha definito il ministro, cioè come un ‘soggetto d’impresa ad alto e prevalente carattere pubblico e sociale, come tale da coinvolgere nelle politiche di investimento che lo Stato decide per quelle parti della società che contribuiscono a sviluppo e crescita». Incentivare i giovani per arginare la fuga di personale verso professioni evidentemente considerate più allettanti.

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