Dal 1° gennaio 2022, debutta a regime il nuovo limite massimo dei crediti di imposta e dei contributi compensabili in F24 ovvero rimborsabili ai contribuenti. Lo prevede il testo definitivo della legge di bilancio 2022 approvato ieri, 30 dicembre 2021, dalla Camera dopo l’ok del Senato.

Ora la manovra dovrà solo essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale (cosa attesa nella serata di oggi).

Come è cambiato negli anni il limite

Il limite dei crediti compensabili in F24 e di quelli rimborsabili è stato negli anni oggetto di vari cambiamenti.

La prima volta in assoluto è stato fissato dal legislatore con l’art. 34 comma 1 della legge finanziaria 2001 (legge n. 388 del 2000). Con tale misura si fissava, a decorrere dal 1° gennaio 2001, a 700.000 euro per ciascun anno solare, il limite massimo dei crediti di imposta e dei contributi per compensazioni in F24, ovvero rimborsabili ai soggetti intestatari di conto fiscale.

Successivamente, con il decreto Rilancio (decreto – legge n. 34 del 2020) si innalzava il suddetto limite a 1 milione di euro e ciò solo con riferimento al periodo d’imposta 2020.

Da ultimo interveniva il decreto Sostegni bis, che lo aumentava, limitatamente all’anno d’imposta 2021, a 2 milioni di euro.

Crediti compensabili in F24 e rimborsabili: cosa cambia dal 2022

A partire dall’anno d’imposta 2022, la nuova manovra di bilancio stabilisce a regime (quindi, in via ordinaria e non in deroga) a 2 milioni di euro per ciascun anno solare, il limite massimo dei crediti di imposta e dei contributi per compensazioni in F24, ovvero rimborsabili ai soggetti intestatari di conto fiscale.

Volendo, dunque, riepilogare l’andamento storico del limite in commento, questo risulta così fissato dal 2001 ad oggi:

  • 700.000 euro per ciascun anno solare (limite ordinario prima della legge di bilancio 2022) valido dal 2001 al 2019
  • 1 milione di euro per il 2020 (limite in deroga a quello ordinario)
  • 2 milioni di euro per il 2021 (limite in deroga a quello ordinario)
  • 2 milioni di euro dal 2022 (nuovo limite ordinario a regime dal 1° gennaio 2022 e, quindi, non in deroga).

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