Si va verso una proroga dello stato di emergenza fini al 31 luglio 2021. Il Covid continua a mietere vittime e sarà necessario prolungare le misure nazionali di contenimento dell’epidemia che scadono il 31 gennaio.

Lo riferiscono fonti di Palazzo Chigi dove le riunioni fra membri del governo ed esperti del Comitato tecnico scientifico si susseguono a ritmo serrato. Così, lo status emergenziale appare più che mai necessario anche in relazione alle lentezze ravvisate nella somministrazione del vaccino.

Stato di emergenza, proroga di sei mesi

Perché il 31 luglio? La scelta del governo sullo stato di emergenza sarebbe il risultato di attente e ottimistiche valutazioni politiche.

Non solo, il 31 luglio è anche, almeno formalmente, l’ultima data a disposizione. Secondo le norme del codice della Protezione civile (quello che regola lo status), lo stato d’emergenza è infatti prorogabile solo di 12 mesi e poi di altri 12.

Questo però non vuol dire che può durare in tutto 2 anni. La norma infatti prevede che la proroga del secondo anno vada conteggiata rispetto alla fine della prima dichiarazione dello stato d’emergenza. Nel caso del Covid, la scadenza da cui parte la possibile proroga di 12 mesi non è il 31 gennaio 2021, ma il 31 luglio 2020. E l’ultima data disponibile per la proroga sarebbe quella dell’estate 2021.

Terza ondata Covid

Come noto, lo stato di emergenza è una particolare situazione all’interno del Paese che comporta l’emanazione di norme e restrizioni per fronteggiare una particolare emergenza. In questo caso si tratta della diffusione del Covid e del rischio dell’arrivo di una terza ondata.

Non siamo, infatti, ancora fuori dalla seconda ondata di epidemia che già i virologi ipotizzano l’arrivo di una terza fase che investirà la popolazione in primavera. Ne sono convinti un po’ tutti, visti anche i precedenti storici delle epidemia a larga diffusione.

Motivo per cui bisognerà continuare ad adottare le misure di contenimento fin qui prese dal governo.

Mascherine, distanziamento sociale, igienizzazione, limitazione assembramenti in bar e ristoranti, chiusura palestre e piscine, smart working. Non ultimo, la scuola che rischia di terminare anche quest’anno con la didattica a distanza.

Nuovo Dpcm entro 15 gennaio

Benché nulla sullo stato di emergenza sia ancora stato deciso, il nuovo Dpcm in preparazione a Palazzo Chigi dovrà valutare se l’orizzonte temporale di riferimento sarà la primavera o più probabilmente l’estate.

E per farlo il primo passo da compiere da parte dell’esecutivo è redigere un nuovo testo di legge che sostituisca quello in scadenza il prossimo 15 gennaio. Il testo non comprenderà grossi stravolgimenti ma prolungherà l’efficacia delle misure stabilite finora.

Insieme al ritorno del sistema delle fasce (con i nuovi parametri) dal 15 gennaio confermati i divieti di ricevere in casa più di 2 persone non conviventi e di varcare in confini Regionali senza validi motivi (anche se in zona gialla).

Stato di emergenza e zona bianca

In attesa di capire se farà o meno il suo esordio la nuova zona bianca libera dal Covid immaginata dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, i ministeri più coinvolti dalle restrizioni – il dipartimento per lo Sport e proprio il Mibact – spingono per riaprire già dal 15 gennaio palestre, piscine e musei.

Lo sport entrerà nel nuovo Dpcm – dice Spadafora – da fine dicembre stiamo lavorando con il Cts per un protocollo che ci permetterà di aprire in modo differenziato palestre, piscine e scuole di danza in zona gialla“.