Senza dubbio è stata una misura che più di altre ha consentito a determinate categorie di lavoratori e contribuenti di accedere alla pensione in maniera anticipata e senza particolari difficoltà. Parliamo dell’Ape sociale misura di anticipo pensionistico a carico dello Stato. Tutti ricordano il periodo in cui la misura fu varata come sussidio parallelo all’Ape volontario. Quest’ultima prevedeva il prestito pensionistico per i lavoratori, cioè con i soldi della pensione in anticipo che a 67 anni di età andavano restituiti.

L’Ape sociale invece fu varata a completo carico dello Stato. È stata una misura sicuramente interessante per consentire a quanti avevano difficoltà a rientrare nella legge Fornero, di accedere ad una specie di assegno ponte fino alla pensione. Ma come vedremo si tratta di una misura più assistenziale che previdenziale è piena di controindicazioni. 

“Gentile redazione, sono un pensionato che da due mesi percepisce l’Ape sociale. Sono riuscito ad andare in pensione a 65 anni di età con 36 anni di contributi versati grazie al mio lavoro gravoso. Ma prendo poco di pensione, o almeno credo. Ci sono ex colleghi che con la mia stessa carriera prendono 1800 euro mentre io 1.500. il mio sindacato mi ha detto che alla mia età non posso prendere di più. Effettivamente i miei ex colleghi hanno tutti oltre 67 anni di età. La disamina del mio sindacato è giusta? Dipende tutto dall’età” 

Cos’è l’Ape sociale 

L’Ape sociale è stata una prestazione rivoluzionaria nel suo genere, perché anche se venduta come una misura pensionistica, effettivamente è un assegno di accompagnamento alla pensione vera e propria. Infatti i lavoratori che sono usciti con l’Ape sociale una volta arrivati a 67 anni di età devono ripresentare domanda di pensione. Stavolta per percepire la pensione di vecchiaia ordinaria. Addirittura c’è chi sostiene che l’Ape sociale sia una misura più assistenziale che previdenziale.

Questo perché ha delle limitazioni, che molti lavoratori che la utilizzano nemmeno conoscono. E probabilmente è il caso del nostro lettore, che magari ha frainteso lo strumento, pensando ad una misura pensionistica quando invece è soltanto un assegno temporaneo verso la sua vera e propria pensione. 

Quanto si perde con l’Ape sociale 

Il sindacato a cui si è rivolto, magari non gli ha dato delle informazioni più approfondite, ma grosso modo gli ha detto la verità. Il fatto che a 65 anni di età non possa ottenere di più, è senza dubbio una esagerazione, ma il sindacalista probabilmente voleva sottintendere che con l’Ape sociale più di 1.500 euro non poteva percepire. In effetti l’Anticipo pensionistico sociale eroga massimo 1.500 euro. Sarà poi a 67 anni di età che il lavoratore in questione, con la domanda di pensione di vecchiaia ordinaria, percepirà la pensione effettivamente spettante. Il paragone con gli ex colleghi che hanno tutti oltre 67 anni di età non regge, poiché si tratta di lavoratori ormai in pensione. E sicuramente non sono lavoratori che percepiscono l’Ape sociale avendo superato i 67 anni di età. Probabilmente se la carriera è la stessa, anche il nostro lettore una volta compiuti 67 anni di età e quindi fra due anni, percepirà una pensione di 300 euro più alta di quella che percepisce oggi con l’Ape sociale. 

Tutti i limiti della pensione con l’Anticipo pensionistico sociale 

Oltre ad essere una misura temporanea, perché dura fino al raggiungimento dell’età pensionabile canonica, l’Ape sociale presenta altre limitazioni. Una di queste l’abbiamo già affrontata parlando degli importi della prestazione che come detto sono commisurati a massimo 1.500 euro. Probabilmente il nostro lettore non avrà bisogno di maggiorazioni sociali e integrazioni al trattamento minimo, dal momento che si tratta di un lavoratore con oltre 38 anni di carriera. Ma va sottolineato che le maggiorazioni sociali e l’integrazione al trattamento minimo sono due strumenti che con l’Ape sociale non vengono utilizzati dall’INPS. Questa è un’altra limitazione della misura.

Probabilmente il nostro vettore non sa che con l’Ape sociale non ha diritto nemmeno agli assegni familiari, nel caso magari avesse il coniuge fiscalmente a carico. Un’altra limitazione dell’Ape sociale riguarda la possibilità che questa misura diventi reversibile al coniuge. In caso di decesso prematuro del lavoratore l’Ape sociale non è reversibile. Infine, e questo il nostro lettore lo capirà a dicembre, con l’Ape sociale non si percepisce nemmeno la tredicesima mensilità.