Anche dentisti e medici liberi professionisti saranno maggiormente tutelati dal Covid-19. L’Inail ha intenzione di estendere anche a loro la copertura assicurativa al pari degli altri medici ospedalieri e operatori sanitari a stretto contatto con l’epidemia.

A renderlo noto è l’Inail stesso spiegando che è stato creato un gruppo di lavoro con Enpam, Fnomceo e Fimmg con l’obiettivo di individuare soluzioni per la copertura assicurativa dell’Istituto per malattie professionali e infortuni sul lavoro. Alcune categorie professionali sanitarie sono ancora prive di apposita copertura assicurativa infortunistica da Covid-19, ma solo ugualmente a rischio.

Maggiori tutele Inail per i dentisti

Nel corso di un incontro in conference call, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri (Enpam), la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), la Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) e l’Inail hanno deciso di costituire un gruppo di lavoro per studiare un rafforzamento delle tutele garantite ai medici, attualmente impegnati nella gestione dell’emergenza sanitaria da nuovo Coronavirus. Il gruppo di lavoro valuterà, in particolare, la possibilità di estendere ai medici e odontoiatri liberi professionisti e convenzionati, che attualmente non beneficiano della copertura assicurativa Inail, la tutela dell’Istituto per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali che causano inabilità temporanea, inabilità permanente o morte.

Personale odontoiatrico più tutelato

Per questa categoria di lavoratori (dentisti, infermieri e assistenti), l’Inail dovrebbe la piena tutela assicurativa, al pari degli altri operatori sanitari, in quanto le affezioni morbose derivanti dalla trasmissione di malattie infettive e parassitarie sono inquadrabili nella categoria degli infortuni sul lavoro. Secondo quanto si evince dal messaggio numero 3675 del 17 marzo2020, la causa virulente è equiparata a quella violenta e pertanto rientra nella casistica degli infortuni sul lavoro.

La presunzione di contagio

Nelle sue linee guida, l’Inail conferma che il contagio del personale sanitario è ascrivibile a pieno titolo nella categoria degli infortuni sul lavoro confermando, quanto già previsto nell’articolo 42 del Decreto numero 18 del 2020 con il quale il legislatore ha generalizzato la tutela assicurativa a tutti quei contagi avvenuti “in occasione di lavoro”.

Detta tutela si estende anche alle ipotesi in cui l’identificazione della causa di infezione non sia chiara e risulti problematica, cioè qualora non sia possibile definire il momento e il luogo esatto del contagio. Pertanto, non potendo essere provato dal lavoratore, l’Inail ammette la presunzione ritenendo che si sia verificato a causa delle mansioni e lavorazioni svolte e di ogni altro indizio che in tal senso deponga.

La tutela scatta con il tampone

L’indennità da infortunio per contagio è quindi riconosciuta a seguito di test positivo a COVID-19 (tampone) e per coloro che sono stati posti in stato di quarantena o isolamento domiciliare. In questo caso l’Inail assicura l’intero periodo di quarantena e quello eventualmente successivo dovuto al prolungamento della malattia che determini una inabilità temporanea assoluta al lavoro. La data di inizio copertura assicurativa decorre dall’attestazione del risultanze del test epidemiologico confermato dalle autorità sanitarie. Sono esclusi dalla copertura assicurativa coloro che sono messi in stato di quarantena preventiva per aver avuto contatti con la persona infetta e in assenza di test confermativo al COVID-19. In tali fattispecie non essendoci la prova della contrazione dell’infezione non sussistono i presupposti dell’infortunio e quindi dell’intervento dell’Inail. A costoro verrà riconosciuta la copertura assicurativa prevista per la malattia o ricovero ospedaliero (sorveglianza attiva) come previsto dalla normativa di riferimento.