C’è un termine che torna spesso nei discorsi relativi alle pensioni ma il cui significato molte volte non è ben compreso nemmeno da chi ne parla. Il termine in questione è quello di contributi silenti. Come tutti sanno per andare in pensione a prescindere dalla misura che diventa obiettivo di un lavoratore, è necessario aver versato un adeguato numero di anni di contributi. Naturalmente adeguato a quello che prevede la misura su cui ricade la scelta del lavoratore.

Se non si raggiunge il giusto numero di anni di contribuzione la pensione può non essere liquidata.

Ma non è tutto perché a volte oltre a non poter essere liquidata la pensione può succedere che i contributi versati finiscano con il diventare silenti e adesso vedremo cosa significa.

“Buonasera, sono un lavoratore dipendente che sta per arrivare a 67 anni di età. Per questioni di lavoro e di area geografica disagiata sono arrivato ormai a 66 anni e 8 mesi privo dei vent’anni di contributi utili alle vecchiaia. Ne ho una quindicina. Ho chiesto numi sui volontari, e mi sembra che sia un autentico salasso. Oltretutto non avendo liquidità, i versamenti mi porterebbero a completare i 20 anni ben oltre i 68 anni di età. E credo di non avere diritto per redditi, all’assegno sociale. A questo punto i miei 15 anni sarebbero perduti?”

Se non arrivi a completare i requisiti per la pensione, ecco i rischi sui quanto già versato

Situazione intricata quella del nostro lettore. E sicuramente non è un caso isolato. In pratica il nostro lavoratore sta per arrivare all’età utile alla pensione di vecchiaia e quindi a 67 anni di età. Ma si trova privo dei vent’anni di contributi minimi che servono per la pensione di vecchiaia ordinaria. Inoltre non ha diritto all’assegno sociale perché non rispetta i parametri reddituali previsti dalla misura. E non ha la liquidità necessaria per versare i contributi necessari mancanti pari a circa 5 anni.

Soprattutto se in unica soluzione in maniera tale da poter andare in pensione subito senza invece dover aspettare il completamento delle rate di pagamento.

Una situazione intricata che potrebbe finire al punto di non ritorno che in termini pratici è quello della contribuzione silente. In pratica contributi che anche se versati non vengono utilizzati dal contribuente per la pensione. Contributi quindi che non finiscono per completare quella che è la loro natura, cioè la trasformazione in pensione.

Contributi silenti e pensione, ecco cosa sono

A dire il vero per contributi silenti si parla di contributi mai utilizzati per una rendita. Questo è il caso di chi non sfrutta la contribuzione versata in un fondo, per evitare la spesa della ricongiunzione avendo maturato il diritto alla pensione anche senza questi contributi. Il nostro lettore al momento si trova con i contributi inutilizzati e non ancora silenti. Perché potrebbe usarli a 71 anni. Ma a condizione che non abbia versamenti prima del 1996. Solo i contributivi puri infatti possono sfruttare la pensione di vecchiaia a 71 anni con solo 5 anni di contributi e a prescindere dagli importi della pensione. Se sono presenti contributi antecedenti il 1996, niente pensione a 71 anni. In quel caso i contributi silenti si materializzerebbero come detto in precedenza.

Nessun rimborso per i contributi inutilizzati per la pensione

Il sistema pensionistico italiano non prevede per i contribuenti che hanno versato contributi senza finire con il maturare il diritto a una pensione, la restituzione dei soldi versati. Ed effettivamente non sono pochi casi di contributi previdenziali versati che rimangono all’INPS praticamente inutilizzati. Producendo un guadagno per le casse dell’INPS a prescindere. I contributi silenti finiscono proprio con il dare guadagno all’INPS senza fuoriuscite.