Abolire subito l’obbligo per le imprese di possedere un’attestazione SOA (certificazione SOA) per operare nel mercato dei bonus casa.

Esordisce così la lettera inviata dai Presidenti di CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), Confartigianato, Casartigiani alle Commissioni Bilancio, Finanze, Lavori pubblici, Attività Produttive di Camera e Senato e ai rispettivi Capigruppo.

Dopo il blocco delle cessioni credito, ed ora con il nuovo obbligo di certificazione SOA dal 2023, il settore edile è ormai sull’orlo del precipizio.

Si moltiplicano i casi di fallimento che potrebbe coinvolgere oltre 33.000 imprese e 150.000 lavoratori.

Questi i dati allarmanti che emergono dalla missiva delle tre menzionate associazioni.

Obbligo di attestazione SOA dal 2023 per i bonus casa

Ricordiamo che, con la conversione in legge del decreto Ucraina bis (decreto-legge n. 21 del 2022) il legislatore ha introdotto un nuovo paletto per contrastare le frodi fiscali nel campo dei bonus edilizi.

E’ messo in campo, dal 2023, l’obbligo per le imprese di possedere l’attestazione SOA per l’esecuzione di lavori oltre la soglia di 516.000 euro.

Ad oggi, invece, la certificazione SOA è obbligatoria solo nel campo degli appalti pubblici. E’ quel certificato comprovante la capacità economica e tecnica di un’impresa di qualificarsi per l’esecuzione di appalti pubblici di lavori di importo maggiore ad un certo limite variabile a seconda del settore e tipologia di interventi.

E’ rilasciata da Organismi di Attestazione appositamente autorizzati. Ha una validità di 5 anni, previa conferma di validità al terzo anno.

Eliminare subito l’attestazione SOA per i bonus casa

Per CNA, Confartigianato, Casartigiani, il nuovo obbligo di certificazione SOA nel campo dei bonus casa, è certamente condivisibile in quanto basato sul principio di garantire sicurezza, trasparenza e qualità dei lavori.

Dall’altro lato, tuttavia, questo tipo di attestazione, fino ad oggi, ha rappresentato solo una barrira anticoncorrenziale. Secondo le tre associazioni, infatti (comunicato CNA)

negli ultimi 20 anni, il mero possesso delle attestazioni SOA non ha garantito, negli appalti pubblici, la qualità e la sicurezza dei lavori.

Inoltre, l’accesso ai bonus edilizi è già subordinato ad una serie di controlli molto stringenti. Per contrastare efficacemente il fenomeno delle imprese ‘fantasma’, servono piuttosto serie verifiche dei requisiti di accesso al mercato. Tra queste la legge di regolamentazione del settore edile, e strumenti già operativi come il DURC, la congruità e l’intensificazione dei controlli.

Ecco perché, in rappresentanza di oltre 1.500.000 imprese edili associate, CNA, Confartigianato e Casartigiani, chiedono a gran voce che il governo intervenga per fare un passo indietro ed abolire subito l’obbligo di certificazione SOA anche nel privato.