A tutti i professionisti capita di prestare consulenza gratuita o quasi ad amici e parenti stretti oppure in caso di pubblicità. Come devono comportarsi dal punto di vista fiscale avvocati, architetti, commercialisti etc quando offrono una prestazione gratuita o di importo modestissimo? La giurisprudenza più recente ha mostrato segni di maggiore concessione in questo senso e resta il fatto che il contratto professionale resta valido anche quando non è a titolo oneroso. Del resto le prestazioni erogate a titolo gratuito non concorrono a formare la base imponibile sulla quale viene calcolata l’imposizione fiscale, né si può pretendere di ricostruire ex post il reddito del professionista in seguito all’esecuzione di prestazioni gratuite.

Tra i professionisti vige peraltro il criterio di imputazione “per cassa” per cui la fattura non deve essere emessa fino a che il compenso non si considera incassato. Resta peraltro possibile, come ha confermato l’Agenzia delle Entrate, la deduzione dei costi sostenuti in esecuzione di una prestazione senza corrispettivo, in quanto non è richiesta una stretta corrispondenza tra le deduzioni fiscali e le prestazioni imponibili. Infine le consulenze dei professionisti rientrano nell’applicazione dell’IVA solo quando il valore per finalità estranee all’esercizio dell’impresa è superiore a 50 euro rese.

Consulenze gratuite: quando la prestazione è evasione fiscale

Ovviamente ben diverso è il caso di occultamento delle entrate a fini evasori. Il problema richiede un’analisi caso per caso. La Suprema Corte ha spiegato che l’Agenzia delle Entrate potrebbe contestare la gratuità di una prestazione quando si riscontra uncomportamento palesemente antieconomico. E’ intuitivo che sarà più difficile giustificare una consulenza gratuita se non sussistono vincoli di parentela. Anche la prestazione resa gratuitamente a favore di un parente molto stretto potrebbe essere considerata antieconomica se ha richiesto un impegno negli anni e ingenti esborsi economici. Consulenza ad amici e parenti: meglio gratuitamente o con fattura irrisoria? Paradossalmente, secondo quanto si legge in secondo alcune sentenze, potrebbe essere più rischioso, per il contribuente che abbia offerto una consulenza gratuita, emettere una fattura per un importo basso piuttosto che dichiarare la completa gratuità della prestazione.

 Consulenza gratuita: come tutelarsi dai controlli del Fisco

Esiste un modo che aiuta il professionista a difendersi in caso di controlli antievasione? Il mezzo migliore per cautelarsi, soprattutto in assenza di vincoli di parentela atti a giustificare la gratuità, consiste in un contratto o una lettera di incarico professionale da cui emergel’impegno a non richiedere alcun corrispettivo per la consulenza prestata.