Le domande sullo stato delle pensioni riguardano molto spesso l’importo degli assegni oppure le strategie per un pensionamento anticipato senza perdere troppo rispetto alla quota spettante. Sempre in attesa della prossima riforma naturalmente. Tuttavia, le sfaccettature sono molte. Specie quando in famiglia ci sono più pensionati. Una situazione che, chiaramente, si attaglia ai nuclei familiari più anziani, per i quali può porsi il dubbio della fiscalità nel caso vi sia, oltre alla cessazione del periodo lavorativo, anche uno stato di disabilità.

O, anche più frequentemente, un assegno piuttosto esiguo per uno dei due pensionati. In questi casi, infatti, ci si può chiedere se, in effetti, chi si trova in questa situazione possa figurare a carico del coniuge. In realtà la possibilità esiste, a patto che il pensionato che dovrà figurare fiscalmente a carico dell’altro non superi un reddito pari a 2.840,51 euro all’anno. Contrariamente, la suddetta configurazione non sarà più possibile. Resta comunque valido l’esonero dalle tasse fino a 8.500 euro di reddito da pensione, inserito all’interno della riforma Irpef, con detrazione minima non superiore a 713 euro.

Pensionati a carico, come funziona

Il presupposto di base è che ogni persona che dispone di un proprio reddito, anche derivante da pensione, possa provvedere a sé stessa. Il punto, come spesso è stato evidenziato, è che non tutti gli assegni pensionistici, al pari di molti stipendi, sono sufficienti a garantire una sussistenza. Il concetto del fiscalmente a carico, però, tendenzialmente si associa a persone che, pur all’interno di un nucleo familiare, non dispongono di un reddito proprio. Magari per questioni anagrafiche (figli che ancora vanno a scuola) o per disabilità varie (al netto delle indennità percepite).

L’unica possibilità, per un pensionato, di risultare a carico fiscale di un altro componente della famiglia, consiste nell’esenzione dalle tasse, a patto che i suoi redditi figurino sotto la soglia di esenzione.

Il tutto senza obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi, sempre nel caso in cui quanto percepito annualmente si mantenga entro la no tax area. Per quel che riguarda la dichiarazione del soggetto che, invece, percepisce un assegno pensionistico regolare, quindi al di sopra della soglia di esenzione, la dichiarazione dovrà tener conto del mutato quadro fiscale.

Le detrazioni fiscali

Affinché sia possibile accedere alle detrazioni fiscali per carichi di famiglia (in riferimento ai pensionati, in questo caso), è necessario quindi possedere determinati requisiti. In primis, ovviamente, il grado di parentela. In questo quadro rientrano i coniugi, figli e altri familiari, nei quali possono figurare genitori e suoceri, generi e nuore o addirittura discendenti dei figli. Dovrà inoltre risultare uno stato di convivenza. Questo vale per i coniugi quanto per gli altri familiari del dichiarante, inclusi suoceri, generi, nuore e nipoti. La soglia di reddito massima considerabile è di 2.840,51 euro complessivi per l’anno di imposta a cui si fa riferimento, al lordo degli oneri deducibili. Per i figli fino a 24 anni, si considera una soglia fino a 4 mila euro. Qualora il reddito complessivo per il coniuge a carico non vada oltre i 15 mila euro, la detrazione sarà pari a 800 euro. Si scende a 690 per redditi tra 15 mila e 40 mila euro. Chi figura con redditi superiori a 29 mila euro annui ma inferiore a 35.200, la detrazione sarà possibile con un nuovo scarto di 30 euro (10 in precedenza).