Il condomino moroso, o il proprietario o inquilino che non voglia diventarlo ma ha difficoltà a pagare regolarmente le spese condominiali, può utilizzare la card del Reddito di Cittadinanza per far fronte a queste esigenze? Ci scrive una lettrice:

“Mi chiamo Lucia. Mi interessa sapere se posso usare l’importo della carta del Reddito di Cittadinanza per pagare le spese del condominio“. 

Il quesito offre uno spunto molto interessante. Cerchiamo di rispondere facendo riferimento alle indicazioni relative alle spese vietate e ammesse dalla normativa del reddito di cittadinanza. A ben vedere le spese condominiali non sono espressamente indicate tra quelle proibite dalla lista del decreto ministeriale 1161/2019.

In attesa di chiarimenti ufficiali, quindi, procediamo per ipotesi.

Spese condominiali e Reddito di Cittadinanza: regole per proprietari e inquilini

Le considerazioni potrebbero variare in base al fatto che il percettore del sussidio viva in affitto o sia proprietario. Nel primo caso, posto che il RdC è ammesso per il pagamento del canone di locazione (si veda anche il riconoscimento del bonus affitto che fa aumentare l’importo del reddito di cittadinanza), sembrerebbe ammissibile anche il ricorso alla misura per il saldo dei debiti condominiali.

Nel caso del beneficiario del RdC che sia proprietario di prima casa, il sussidio può essere usato per pagare la rata del mutuo (anche tramite bonifico) ma non ci sono riferimenti espliciti per le spese condominiali. Sono da considerarsi ammesse oppure no? Se si tiene conto del fatto che è previsto l’utilizzo del reddito di cittadinanza per il pagamento delle bollette, allora non ci sarebbe motivo di escluderlo per i debiti del proprietario condomino moroso.

In questo contesto si segnala anche la proposta dell’Anammi volta proprio ad autorizzare in maniera esplicita l’uso della carta del Rdc per compensare eventuali debiti per le spese del condominio e regolarizzare situazioni pendenti di morosità.

Un’idea che si basa essenzialmente sulla natura di queste voci di spesa, che di certo non possono essere considerate come un lusso. Spiega a tal proposito il presidente Anammi, Giuseppe Bica: “che l’Italia sia in recessione, gli amministratori di condominio lo avevano già capito basti pensare alle assemblee condominiali che vanno deserte per evitare di votare le delibere necessarie a far fronte a riparazioni e ristrutturazioni degli immobili, anche quando sono urgenti, o alla continua contestazione delle spese essenziali, come dimostrano le nostre rilevazioni”. Occorrerà dunque verificare se, alla luce di questa considerazione, il governo permetterà di pagare le quote delle spese condominiali presso lo studio dell’amministratore di condominio utilizzando la card del RdC come bancomat.